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ESG a rischio insostenibilità

2/11/2023 | Giuseppe G. Santorsola *

Con l'entrata in vigore del regolamento comunitario SFDR la maggior parte delle SGR ha assunto atteggiamenti prudenti rinunciando in molti casi a classificare i propri prodotti nelle classi...


Nel 2023 è entrato in vigore il regolamento comunitario SFDR che detta prime norme applicative in materia di classificazione degli strumenti finanziari in accordo con i principi ESG. Nel contempo, l’EBA ha delineato una roadmap sulla finanza sostenibile che coordina l’integrazione dei fattori ESG nel quadro normativo delineato dalla MiFID e dalla IDD. Il quadro è completato dalla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), finalizzata all’ulteriore coordinamento comunitario delle modifiche proposte per rafforzare natura e portata della rendicontazione sulla sostenibilità. Le proposte nel loro insieme perseguono gli obiettivi dell’Action Plan della UE nell’indirizzare gli investimenti verso attività più sostenibili in UE. 

 

La reazione degli operatori non è stata né omogenea né tantomeno positiva risultando la SFRD percepita come una onerosa disciplina di urgenza. La maggior parte delle SGR ha assunto atteggiamenti prudenti rinunciando in molti casi a classificare i propri prodotti nelle classi più elevate nelle scelte di trasparenza della fase precontrattuale e nelle soluzioni che disciplinano la composizione dei portafogli di investimento. La prassi nell’ambito della gestione collettiva si è orientata nel senso di far corrispondere agli obblighi di disclosure vere e proprie “categorie” di prodotti finanziari, definiti pale green (art. 6 SFDR), light green (art. 8 o, nella variante in cui obiettivi di investimento sostenibile siano presenti solo per una quota del portafoglio, prodotti “8 plus”) e dark green (art. 9). Molti operatori avevano già iniziato ad individuare criteri logico-razionali a cui fare riferimento in assenza di indicazioni normative. Le disposizioni non disciplinano espressamente le categorie di fondi, bensì pongono obblighi di trasparenza a seconda del grado di intensità che il tema della sostenibilità assume per il prodotto considerato. 

 

Il dark green rinvia ad un concetto più definito di “investimenti sostenibili”, mentre le categorie pale e light presentano un perimetro più ampio. I fondi etichettati come articolo 9 devono investire in attività al 100% sostenibili. Le case di investimento però sostengono che sono poco chiare le regole e le definizioni su cosa sia veramente “sostenibile”. Da ciò origina la riclassificazione di numerosi fondi ESG da articolo 9 ad articolo 8 (che prevede  criteri meno stringenti).

 

Un documento di consultazione pubblicato dall’ESMA nel novembre 2022 si è proposto l’obiettivo di delineare un perimetro condiviso entro il quale poter effettivamente considerare un prodotto finanziario come rispondente alle indicazioni contenute nell’art. 8, ipotizzando soglie quantitative (espresse come percentuale minima di investimenti) da rispettare per poter conferire denominazioni contenenti espressioni “ESG”, “sostenibilità” e “impatto”.

 

La tematica pur originando da obblighi di trasparenza, ha avuto risvolti sostanziali. La maggior parte dei gestori, per essere compliant alla nuova normativa ha modificato i processi decisionali di investimento applicabili ai propri fondi, rivisto le strategie di distribuzione di fondi di terzi e adottato policy, risk approaches e procedure interne per adottare le metriche del tema della sostenibilità. Tale intensa attività ha consentito ai gestori di indirizzare gli investimenti dei propri fondi verso asset sostenibili e, conseguentemente, di promuovere i propri prodotti quali “ESG sostenibili” o “green” secondo schemi meno casuali o soggettivi; tale attività corre però il rischio di apparire in prevalenza promozionale. Inoltre, in assenza di tracce normativamente vincolanti ha incrementato il rischio di greenwashing. La sostenibilità rischia di apparire insostenibile!

 

*Professore Ordinario di Economia degli Interrmediari Finanziari
Università Parthenope - Napoli

 

Foto di Will Porada su Unsplash

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