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Fondi SFDR, il bilancio di un anno

5/28/2022

Alla fine del primo trimestre del 2022 la quota di mercato dei fondi art. 8 e 9 è cresciuta e ha superato il 30%.


Gli strumenti sostenibili che rispettano i famosi articolo 8 e articolo 9 del Regolamento (UE) 2019/2088 continuano a dominare la scena della raccolta netta complessiva dell’industria del risparmio gestito italiano. In dodici mesi hanno conquistato nuove quote di mercato, ma la crescita è graduale e chi si aspettava un’esplosione è probabilmente rimasto deluso. 

 

Dati alla mano, alla fine del primo trimestre 2021 i fondi che rispettavano gli articoli 8 e 9 della SFDR, secondo le rilevazioni di Assogestioni, erano 1.205 su 5.419 fondi aperti complessivi. Ovvero il 22% dell’offerta totale italiana. Di questi solo 125 avevano un obiettivo di  investimento sostenibile (con un forte focus ESG - articolo 9), il 2% di tutta l’offerta italiana. Gli altri 1.080 erano fondi che muovevano, tra le altre caratteristiche anche quelle ambientali o sociali (quindi che hanno un certo grado di attenzione ESG, art. 8), il 19% dell’intera offerta nazionale.

 

Alla fine del primo trimestre del 2022 la quota di mercato dei fondi art. 8 e 9 è cresciuta secondo quanto rilevato da Assogestioni e ha superato il 30%. La mappa trimestrale del periodo gennaio-marzo di quest’anno parla di 1.897 fondi art. 8 e 9, pari al 34% dell’intera offerta italiana che ammonta a 5.525 fondi aperti.

 

Ad aumentare in maniera importante sono stati fondi articolo 8 che oggi sono pari a 1.687, stiamo parlando del 30% di tutto il mercato dei fondi aperti. Mentre i fondi articolo 9 hanno raggiunto quota 210, pari al 3% dell’intera gamma nazionale.

 

Si conferma il grande appeal che questi strumenti hanno sugli investitori: a livello di raccolta netta promossa i fondi con focus ESG (art 8 e art. 9) hanno registrato una raccolta netta promossa pari a 9,25 miliardi di euro, praticamente il 72% dei 12,7 miliardi di euro di raccolta netta promossa da tutti i fondi aperti. In termini percentuali si registra un calo rispetto al primo trimestre 2021, quando questi strumenti vantavano un saldo di raccolta netta pari a oltre il 90% dell’intera raccolta netta promossa dall’industria dei fondi. Un calo che ha riguardato soprattutto i fondi art. 9 che sono passati dal beneficiare del 25% della raccolta netta promossa totale di fondi aperti al 185 (2,4 miliardi di euro su 12,7 complessivi).

 

Tornando al dubbio di chi eventualmente si aspettava un’esplosione di questo mercato verrebbe da dire che forse la crescita graduale è la via migliore per un settore che non può, e non deve, correre il rischio di greenwashing.

 

Foto di Skitterphoto 

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