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3/22/2022
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite esattamente 30 anni fa, nel 1992, per sensibilizzare sull’importanza di un elemento essenziale per la sopravvivenza del genere umano. Una risorsa preziosa e sempre più scarsa: in tutto il mondo ben due miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e si prevede che entro il 2050, 6 miliardi di persone lotteranno per l'accesso all'acqua pulita, il che equivale al 60%-70% della popolazione stimata. "La maggior parte delle persone colpite dalla scarsità d'acqua si trova già nei mercati emergenti e sarà colpita in modo sproporzionato anche in futuro, dato che la crescita globale della popolazione è guidata da Africa e Asia" osserva Ingrid Kukuljan, head of impact and sustainable investing di Federated Hermes.
“Il problema è serio in Asia, dove circa il 30% della popolazione sta affrontando la scarsità d'acqua, che può portare a tensioni geopolitiche relative all'approvvigionamento idrico” rimarca David Smith, senior investment director, abrdn. “Gran parte dell'acqua dell'Asia non è distribuita in modo uniforme. In alcune regioni, c'è troppa pioggia in una zona, ma non abbastanza in un'altra. In altre regioni, il problema è che piove troppo in un mese e non abbastanza in altri.
L'India ospita il 18% della popolazione mondiale, ma ha accesso solo al 4% delle risorse idriche mondiali. Con la crescita della popolazione, l'India ha solo 1.000 metri cubi d'acqua pro capite, un calo drammatico da 3.000-4.000 nel 1950. A ciò si aggiunge la sfida peculiare delle precipitazioni indiane: metà della pioggia annuale del paese cade in soli 15 giorni”.
I fattori che causano la scarsità d'acqua sono da un lato determinati dalla crescente domanda e dall'altro da una combinazione di inquinamento e riduzione delle risorse idriche. Le ragioni principali di questa situazione precaria sono tutte interconnesse e legate all'agricoltura, all'industria e all'urbanizzazione. "Oggi, l'acqua usata per l'agricoltura rappresenta il 70% della domanda globale e quella per l'industria il 20%, mentre l'uso domestico è pari al 10%. L'acqua non è una risorsa infinita ed entro il 2050 si stima che la domanda di cibo aumenterà dal 58% al 98% e la domanda di energia dell'80%, aggravando ulteriormente la situazione precaria che stiamo affrontando oggi. È chiaro che dobbiamo intraprendere azioni drastiche e trovare soluzioni innovative per garantire l'accesso a questa risorsa vitale" evidenzia Kukuljan.
Il miglioramento della gestione dell'acqua inizia, secondo Smith, con una chiara attenzione ai maggiori consumatori d'acqua. Il gestore di abrdn sottolinea l’importanza di dialogare con le aziende che dimostrano di essere all'avanguardia nel ridurre al minimo l'uso di acqua nelle loro operazioni o riutilizzando l'acqua il più possibile, con l’obiettivo di incoraggiare e investire nelle soluzioni a queste enormi sfide. Quali aziende stanno facendo la differenza? L’analisi dell’esperto di concentra su tre settori: semiconduttori, fotovoltaico e industria cementifera.
“Con una domanda sempre crescente di telefoni cellulari, computer, elettrodomestici intelligenti e veicoli, il mondo avrà bisogno di molti più semiconduttori - prodotti con enormi volumi di acqua ultrapura” evidenzia Smith. “In un'industria così dipendente dall'acqua, un'eccellente gestione dell'acqua non è solo una sostenibilità positiva, ma anche un vantaggio competitivo. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) ora si sforza di riutilizzare ogni goccia d'acqua almeno 3,5 volte nelle sue fabbriche, e nel 2020 ha riciclato l'86,4% dell'acqua usata, o circa 173,0 milioni di tonnellate metriche di acqua”.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, Smith rileva che sebbene l'energia solare sia una fonte di energia verde fondamentale, mantenere puliti i pannelli solari richiede una notevole quantità d'acqua. In India, che soffre di stress idrico, si stima che siano necessari 3-5 litri d'acqua per pulire un pannello solare, che salgono a 7,8 litri nelle zone aride ideali per le fattorie solari.
“Come investitori, ci troviamo di fronte all'enigma di investire in aziende che stanno aiutando a risolvere il cambiamento climatico, ma stanno anche potenzialmente contribuendo allo stress idrico. Ed è per questo che l'acqua è un importante tema a livello di engagement per noi. Le aziende fotovoltaiche hanno iniziato a usare robot per "pulire a secco" i pannelli solari, usando spazzole morbide e un flusso d'aria per rimuovere la polvere, in modo che i pannelli possano assorbire la massima luce solare. Azure Power in India mira ad adottare questa pulizia a secco robotica su tutti i siti fattibili entro il 2023. Grazie ai robot, l'azienda è stata in grado di ridurre il consumo netto di acqua da 122 litri per MWh nel 2017-18 ai 30 litri per MWh attuali. Punta a raggiungere una neutralità netta relativa all'acqua entro il 2023”.
Quanto infine all’industria cementifera, la sfida per gli investitori è che, sebbene il cemento rappresenti un modo attraente di investire nello sviluppo di un paese, dato il suo utilizzo in infrastrutture vitali, la produzione di cemento è ad alta intensità di carbonio e di acqua. “Abbiamo collaborato a lungo con UltraTech Cement, sempre in India, sulla gestione della sua impronta idrica, in particolare perché alcuni dei suoi impianti sono situati in regioni soggette a stress idrico” spiega Smith. L”'azienda attualmente reintegra quasi quattro volte l'acqua che usa e ha l'obiettivo di diventare Net Water Positive entro il 2024. L'azienda si concentra sul riutilizzo e sul riciclaggio dell'acqua e ha una politica che non prevede sprechi d'acqua. Costruisce anche strutture per la raccolta dell'acqua piovana per ridurre al minimo lo sfruttamento delle risorse idriche locali”.
"Queste aziende stanno mettendo in chiaro che l'industria non deve essere solo la fonte del problema; può anche fornire soluzioni innovative e sostenibili per proteggere e conservare una delle nostre risorse più essenziali, insostituibili e preziose: l'acqua pulita" conclude Smith.
Aanand Venkatramanan, head of ETFs di LGIM si sofferma sull’enorme bisogno di tecnologie idriche e soluzioni digitali per favorire e accrescere l’accesso a questa risorsa sempre più scarsa e rendere le infrastrutture idriche più efficienti. “Nel mondo sviluppato, l'obsolescenza delle infrastrutture e l’attenzione a gestire le risorse in modo più responsabile sono due aspetti che dovrebbero permettere a questo mercato di mantenere un ritmo di crescita tra i 7,5 e i 23,1 trilioni di dollari entro il 2030 (dati McKinsey, 2016), ovvero la quantità di capitali necessaria per poter stare al passo con la domanda secondo Global Water Intelligence”.
Le aziende che operano per consentire una produzione di acqua più economica, una distribuzione più efficiente e una migliore gestione di questa risorsa potrebbero quindi beneficiare di un aumento della domanda per le loro soluzioni e prodotti. Per gli investitori, Venkatramanan ritiene che il tema dell'acqua possa essere un fattore di diversificazione del portafoglio, e abbia tutte le carte in regola per crescere come opportunità di investimento nei prossimi anni, in particolare per quanto riguarda le tecnologie idriche innovative e le soluzioni digitali. “In una recente pubblicazione, Emergen Research ha stimato che il mercato globale delle soluzioni digitali per il settore idrico crescerà a un CAGR del 12,1% tra il 2020 e il 2028, evidenziando che sarà proprio la crescente digitalizzazione del mercato delle utilities a trainare la crescita in quel lasso di tempo. Sebbene, a causa della pandemia, vi siano stati alcuni ritardi nella spesa in conto capitale relativa alle infrastrutture, prevediamo che questa situazione continuerà a normalizzarsi nei prossimi anni” conclude Venkatramaman.
Ingrid Kukuljan porta l'esempio di una società detenuta in portafoglio, Xylem, che genera un impatto positivo di vasta portata offrendo soluzioni uniche e innovative che comprendono tutte le fasi del ciclo dell'acqua, dall'analisi delle infrastrutture idriche intelligenti al trattamento delle acque. La gamma di prodotti di Xylem, che si concentra interamente sulle tecnologie idriche, affronta una serie di questioni allineate agli SDG delle Nazioni Unite. Questa società ha la capacità di potenziare le comunità e trasformare la vita di milioni di persone e ha anche fissato obiettivi per migliorare l'impatto ambientale delle proprie operazioni. Per il periodo di cinque anni fino al 2019, la società ha ottenuto una riduzione del 20% dell'intensità d'uso dell'acqua e una riduzione del 28% delle emissioni di gas serra. Gli obiettivi per il 2025 includono il raggiungimento del 100% di energia rinnovabile e del 100% di riciclo dell'acqua di processo nelle strutture principali".
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