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Allinearsi allo zero netto. Le sfide secondo LOIM

1/27/2022 | Redazione Advisor

Per Thomas Höhne-Sparborth, head of sustainability research del gruppo “Per compiere questa transizione, dobbiamo incrementare gli investimenti in misura sostanziale e fare in modo di destinare capitali sufficienti a queste soluzioni".


Prima di Cop26 e del G7 la natura era stata messa in secondo piano nell’agenda mondiale della sostenibilità dominata dal climate change, seppure la natura contribuisca a oltre metà del PIL globale, per un controvalore di 44.000 miliardi di dollari statunitensi. La creazione della Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD) ha riequilibrato la partita ribadendo che il cambiamento climatico e la biodiversità sono due facce della stessa medaglia.

 

La TNFD consiste in un modello articolato in maniera analoga alla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). Proprio come la TCFD, che invita le aziende e gli istituti finanziari a fornire rapporti sui dati climatici e ad agire, la TNFD sollecita le aziende a fornire rapporti sui rischi in evoluzione legati alla natura e ad agire.

 

La TCFD ha poi conferito al Portfolio Alignment Team (PAT) l’incarico di stendere una relazione sulle best practice e di individuare le aree di ricerca per il futuro. La relazione elaborata dal PAT promuove lo sviluppo di strumenti per l’allineamento dei portafogli affrontando sfide essenziali come:

• l’incoerenza dei risultati prodotti da vari strumenti per l’allineamento dei portafogli;

• le lacune nei dati e nelle analisi che impediscono agli strumenti per l’allineamento dei portafogli di esprimere appieno il loro potenziale;

• l’opacità delle metodologie.

 

Ma oggi l’economia reale, con tutti questi parametri e dati, quanto è vicina allo zero netto? Per Thomas Höhne-Sparborth, Head of Sustainability Research di LOIM, esiste un’elevata incertezza circa le modalità di raggiungimento dello zero netto. “I parametri misurano il ritmo di riduzione delle emissioni di un portafoglio. Se un’azienda produce turbine eoliche, è possibile che le sue emissioni crescano a un ritmo piuttosto rapido. Se la produzione di turbine aumenta di cento volte, aumenteranno anche le relative emissioni. Ciò non significa che questa azienda sia un cattivo investimento, al contrario, dato che contribuisce a decarbonizzare il resto dell’economia”.

 

Per l’esperto di LOIM “Per compiere questa transizione, dobbiamo incrementare gli investimenti in misura sostanziale e fare in modo di destinare capitali sufficienti a queste soluzioni.”

 

“Anche se raggiungeremo lo zero netto entro il 2050, i rischi fisici sono ancora un grosso problema. Ciò che viene trascurato sono i rischi di responsabilità. Abbiamo già visto diversi esempi di società che vengono denunciate per il mancato adeguamento delle loro infrastrutture o per le loro emissioni storiche. Stiamo appena cominciando a cogliere la potenziale entità del rischio di responsabilità, che a nostro avviso costituisce un’area estremamente trascurata su cui intendiamo concentrarci.”

 

Per scoprire di più sulla strategie Net Zero di LOIM, cliccare qui

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