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Portafoglio anti-schiavitù

12/23/2021 | Redazione Advisor

AllianceBernstein ha creato degli strumenti ad hoc per prevenire questa nuova piaga in cui potrebbero imbattersi inconsapevolmente gli investitori


Si stima che oltre 40 milioni di persone nel mondo siano vittime di diverse forme di schiavitù moderna, tra cui lavoro forzato, servitù per debiti e tratta di esseri umani. Il lavoro forzato, da solo, frutta ai criminali che lo perpetrano un profitto di 150 miliardi di dollari l’anno.

 

Tale piaga sociale è così diffusa che i consumatori possono imbattersi in essa senza nemmeno saperlo e gli investitori possono esserne inconsapevolmente esposti nei loro portafogli. Per molte aziende, tuttavia, rimane difficile valutare l’esposizione alla schiavitù moderna, non solo nelle loro operazioni ma anche nelle filiere globali.

 

E Sebbene il settore sia ancora nelle fasi iniziali, investitori, aziende e gestori possono e devono svolgere un ruolo di importanza critica. Dal punto di vista dell’investimento, la prima fase consiste nell’analizzare attentamente il rischio di schiavitù moderna all’interno dei portafogli.

 

AllianceBernstein, ad esempio, per aiutare a individuare tale rischio, ha sviluppato un quadro di riferimento, che consente una mappatura generale delle aziende e che prende in considerazione quattro fattori chiave:

Popolazioni vulnerabili (tra cui lavoratori migranti, minoranze e persone provenienti da background linguistici diversi); Geografie ad alto rischio (tra cui quelle con abusi, zone interessate da conflitti e sistemi giudiziari limitati o deboli); Prodotti e servizi ad alto rischio (tra cui materie prime, servizi di base, servizi interni e fabbriche con condizioni di lavoro inaccettabili); Modelli di business ad alto rischio (tra cui outsourcing, recruiter fraudolenti, forte stagionalità della domanda)

 

Questa mappatura è poi integrata con diverse fonti esterne di ricerca utili per individuare altri fattori di rischio e arrivare a uno score.

Ad esempio, l’indice Global Slavery (GSI) della Walk Free Foundation fornisce una classificazione per Paese del numero totale di persone vittime della schiavitù moderna, analizza le risposte dei governi e illustra i fattori che rendono le persone vulnerabili. Tali dati aiutano a valutare le esposizioni delle singole aziende sulla base dei Paesi in cui svolgono operazioni e/o si approvvigionano.

 

Mappare le aziende è solo il primo passo per valutare il rischio di schiavitù moderna. Per comprendere appieno le singole aziende, il loro operato e la loro esposizione a tale piaga, gli investitori devono svolgere una ricerca approfondita su ciascuna azienda. Questo richiede competenze solide e collaborazione tra gli esperti ESG e gli analisti fondamentali. Richiede altresì la volontà di interagire direttamente con i management team delle aziende e avere un’idea chiara di quelle che sono le best practice nell’individuazione e nella gestione del rischio di schiavitù moderna.

 

Per maggiori informazioni sull’attività svolta da AB leggi all’approfondimento sul tema cliccando qui 

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