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Quali paesi traggono vantaggio dalla transizione energetica?

12/10/2021 | Redazione Advisor

Lo studio realizzato da Lombard Odier in partnership con l’Università di Oxford evidenzia gli Stati ben posizionati dal trarre benefici da questa transizione e quelli in ritardo. L’Italia si posiziona tra…


Le sfide verdi stanno diventando sempre più pressanti, visto che il mondo sta entrando in una nuova fase di evoluzione nel passaggio alla green economy. E’ indubbio che anche in tale ambito ci saranno dei vincitori e dei vinti. Chi saranno i beneficiari della transizione? Come riconoscerli?

Lombard Odier ha realizzato in collaborazione con l’Università di Oxford un report intitolato “Predictors of Success in a Greening World”, nel quale si identificano quali siano i paesi specializzati in industrie verdi ad alta crescita, quelli che sono ritardatari e le implicazioni di investimento a livello aziendale. L'obiettivo della ricerca è aiutare gli investitori a navigare in questo panorama in evoluzione analizzando quali paesi e industrie sono ben posizionati in termini di competitività verde attuale e futura.

 

Il report si affida a due strumenti di misurazione per valutare la capacità dei vari paesi di capitalizzare la transizione green. Si tratta del Green Complexity Index (“GCI”), che misura il numero e la complessità dei prodotti verdi che un paese ha esportato in modo competitivo e costituisce una misura composita della competitività verde. E il Green Complexity Potential (GCP), che misura la vicinanza media di ciascun paese a prodotti verdi complessi che non esporta ancora in modo competitivo e funge da predittore del futuro GCI di un paese.

 

Ma cosa emerge dal report? Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti e Cina sono tra i paesi destinati a beneficiare maggiormente dalla transizione ecologica, grazie alle loro forti competenze produttive e tecnologiche in ambito green. In passato paesi come Australia e Emirati Arabi hanno ricoperto posizioni basse nel ranking a causa della loro eccessiva dipendenza dalle esportazioni di combustibili fossili. L’Australia però possiede un immenso potenziale di energia rinnovabile e gli Emirati Arabi hanno manifestato una chiara intenzione di voler diversificare la loro capacità di produzione, che ha portato al recente aumento della competitività e del potenziale green.  Questo panorama competitivo globale non è statico, e le differenze di budget per la ripresa post-pandemia potrebbero trainare i cambiamenti nelle competenze green in futuro. Per alcuni paesi con un ranking GCI più elevato, come Olanda e Italia, il budget per una ripresa green è relativamente basso, meno dello 0,1% del loro PIL. Altri paesi, tra cui Stati Uniti, Germania e Cina, hanno investito fino all’1% del loro PIL in investimenti per la ripresa verde.

 

Quali sono quindi le implicazioni per gli investitori? Secondo lo studio gli investitori che cercano una maggiore esposizione alle industrie del comparto dell’energia green, quelle eoliche e solari rappresentano un’area di interesse sempre più importante, questo tenendo in considerazione la crescita prevista per le tecnologie per l’energia rinnovabile e la posizione che esse occupano nelle catene di fornitura integrate a livello globale. Grazie all’analisi di un campione internazionale iniziale composto da 1.700 aziende, il report identifica 93 aziende eoliche e solari quotate in borsa che sono ottimamente posizionate per beneficiare dell’interesse non solo politico, ma anche degli investitori.

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