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12/14/2022 | Redazione Advisor
I ricavi salgono ma le valutazioni si abbassano. E' questo il paradosso che sta accompagnando la valutazione delle principali reti quotate Banca Mediolanum, Finecobank, Banca Generali e Azimut che hanno registrato in media -20% di price to book value a fine settembre 22 rispetto a fine settembre 21, mentre in media il margine di intermediazione delle stesse è cresciuto del 3,8% nello stesso periodo.È quanto emerge da una ricerca realizzata da Excellence Consulting.
Confrontando i dati delle quattro quotate del terzo quarto 2022 con quelli del terzo quarto 2021, il margine di intermediazione è in crescita per tre su quattro: Azimut (+22,6%, pari a +103,0 M.ni), Fineco (+9,3%, pari a +47,3 M.ni), Mediolanum (+6,8%, pari a +70,2 M.ni). Gli assets amministrati e gestiti sostanzialmente tengono (in media -3%), mentre la raccolta netta rimane positiva, seppur su valori inferiori rispetto allo scorso anno (in media -25%).
Nel dettaglio l’andamento del margine di interesse tende a crescere per tutte: Banca Generali (+34,7% pari a +22,7 milioni); Banca Mediolanum (+18,3% pari a +47,2 milioni), FinecoBank (+13,5% pari a +25,1 milioni). Il dato delle commissioni nette invece registra per tutte un dato positivo: Azimut (+21,3% pari a +99,6 milioni), FinecoBank (+6,8% pari a +22,2 milioni), Banca Mediolanum (+3% pari a +23,0 milioni), con l’esclusione di Banca Generali (-31% pari a -162,0 milioni).
“Dalla nostra analisi – afferma Maurizio Primanni (nella foto), ceo di Excellence Consulting – emerge un quadro sorprendente, infatti, malgrado tra 3Q22 e 3Q21 la situazione in termini di contesto di mercato sia enormemente mutata, tuttavia, le reti quotate hanno mantenuto la capacità di generare ricavi, dimostrando una buona resilienza. La stessa cosa, tuttavia, non si può dire delle valutazioni di tali aziende che in media nel periodo considerato in termini di Price to Book Value si sono ridotte di oltre il 20%, con anche aziende notoriamente valorizzate dal mercato come FinecoBank, che pur avendo fondamentali positivi sia in termini di crescita del margine di intermediazione sia dell’utile netto, nondimeno, hanno perso valore. A nostro parere a pesare è soprattutto l’aumento dei tassi, che genera anche un innalzamento del saggio di remunerazione atteso dagli investitori, un meccanismo che finisce per deprimere le quotazioni anche delle aziende che hanno fondamentali positivi. È importante prendere atto di tale elemento e conseguentemente agire per attivare nuovi motori di crescita a partire da quelli legati alla generazione del margine di interesse.”
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