Il contesto sociale, politico ed economico, insieme alle caratteristiche comportamentali, rappresenta solo una delle variabili che influenzano le nostre scelte di vita quotidiana e che giocano un ruolo significativo anche per quanto riguarda le decisioni di investimento.

 

“L’educazione ai principi della finanza comportamentale è un tema che ha un impatto determinante nell’orientare le scelte di investimento dei consulenti finanziari e dei risparmiatori in un contesto di mercato caratterizzato, oltre che da variabili economiche, anche da fattori psicologici” - commenta Antonio Marangi (nella foto) amministratore delegato di Banca Consulia.

 

In altre parole, le emozioni sono importanti e comprendere il proprio profilo emotivo può aiutare a identificare la tipologia di investitore a cui si appartiene, al fine di migliorare l’orientamento della propria strategia di investimento. Questo l’obiettivo del nuovo libro Il ritorno emotivo sugli investimenti. Perché conoscere il cervello fa bene al portafoglio di Matteo Motterlini, Professore Ordinario di Filosofia della Scienza ed E.ON Professor of Behavior Change all’Università San Raffaele di Milano dedicato all’analisi e alla comprensione delle teorie di finanza comportamentale per acquisire consapevolezza riguardo l’influenza delle emozioni sui comportamenti di investimento.

 

Ma questa teoria sul singolo potrebbe valere anche per la società nel suo complesso? Questo l’interrogativo posto da un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Indiana, che hanno cercato la risposta nei social network, l’unico strumento in grado di analizzare a livello aggregato i diversi stati d’animo. In particolare, nel corso di otto mesi (da marzo a dicembre 2008) sono stati analizzati circa dieci milioni di tweet e grazie allo strumento Google Profile of Mood States – caratterizzato da sofisticati algoritmi in grado di rilevare emozioni attraverso l’analisi semantica dei messaggi registrando sei stati umorali (felicità, gentilezza, allerta, sicurezza, vitalità e tranquillità ) – e a una serie di nozioni di statistica hanno messo in relazione gli stati emotivi registrati con l’indice Dow Jones. I dati sono sorprendenti, in particolare riguardo allo specifico stato emotivo “calma”: attraverso di essa è stato possibile predire i valori di chiusura dell’indice Dow Jones con un’accuratezza dell’87,6%.

 

Questo dimostra quindi come, con gli strumenti giusti, sia possibile stabilire quale profilo di investitore corrisponde a una data connotazione emotiva. L’analisi dei social network al fine di ottenere predizioni in ambito sociale/economico è una tecnica sempre più diffusa e non ci sarebbe da sorprendersi se trovasse margini di applicazione nell’analisi delle emozioni sociali e della loro influenza sulla sfera degli investimenti.