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5/11/2017
Gli italiani hanno un enorme patrimonio finanziario di 3.000 miliardi di euro e parte di questi soldi potrebbero andare a foraggiare la spina dorsale dell’economia italiana, le migliaia di pmi che portano in alto il vessillo del made in Italy in tutto il mondo. Se n’è parlato oggi a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, in occasione del Mediolanum Business Forum 2017, il punto culminante del Mediolanum Tour 2017 che ha già toccato undici città d’Italia e che continuerà in altre nelle prossime settimane. Protagonisti dell’evento sono stati i PIR, i nuovi strumenti introdotti dal governo che nascono per veicolare parte del risparmio degli italiani verso l’economia reale.
"Il governo ha previsto che il mercato avrebbe dato 2 miliardi quest'anno e 18 nei cinque anni con questi strumenti” ha spiegato Ennio Doris (nella foto accanto al giornalista Leopoldo Gasbarro, Enrico Bracalente e il conduttore di Virus, Nicola Porro). “Noi come Mediolanum – ha aggiunto Ennio - vogliamo fare il 50% del mercato, più di quello che il governo ha previsto per tutto il mercato. Per quest'anno vogliamo fare almeno tre miliardi". Cifra ribadita dal figlio Massimo, a.d. di Banca Mediolanum, che si è allineato al padre Ennio, rivendendo al rialzo la previsione fornita agli analisti due giorni fa, quando aveva indicato una raccolta sui PIR attorno a 2 miliardi. Mediolanum ha lanciato due fondi legato ai Piani di risparmio: uno azionario e uno obbligazionario che a due mesi dal lancio hanno raccolto già oltre 700 milioni di euro. Secondo la famiglia Doris grazie ai PIR c'è una rivoluzione in atto.
"Se avranno il successo che mi aspetto, aiuteranno il Paese a uscire dalla crisi. La spina dorsale dell'Italia sono le pmi, ovviamente se l'economia riprende ripartono anche le banche" ha detto il fondatore di Mediolanum. Massimo e Ennio sperano inoltre di battere il record di raccolta netta sui fondi di 4,7 miliardi per quest'anno e hanno annunciato che l'istituto non solo spinge l'acceleratore sulla gestione del risparmio sui PIR, ma lancerà anche un team di professionisti per aiutare le imprese a quotarsi. “Abbiamo molti imprenditori e molte azienda come clienti, quindi le metteremo in contatto con strutture specializzate che organizzeranno la loro quotazione” ha detto Massimo Doris che, tuttavia, ha ammesso che “c’è la possibilità di un effetto bolla nel breve periodo". Ma guardando più in là, grazie ai PIR "verrà favorito l'ingresso in Borsa di società medie e piccole, che oggi sono invece titubanti vedendo che il mercato Aim, ad esempio, e il mercato delle piccole aziende è spesso asfittico. Anche a Londra e all'estero sono aumentate notevolmente le imprese di piccole dimensioni quotate” ha ricordato Doris.
Ha auspicato maggiori Ipo anche Fabrizio Pagani, capo della Segreteria tecnica del Mef: "Ora con i PIR le aziende non hanno più alibi per non andare sui mercati. Stiamo lavorando con gli imprenditori per stimolarli ad andare sul mercato. Abbiamo la liquidità e abbiamo la ripresa economica. Quindi quotatevi, emettete bond" ha detto Pagani. "Devono arrivare capitali non a tutte le pmi, ma a quelle brave. Bisogna lavorare su digitalizzazione, finanza e burocrazia. È la sola via per tornare a far volare le imprese italiane” ha aggiunto Oscar Farinetti di Eataly. “Siamo noi italiani a sminuire il valore del made in Italy, che invece è il terzo brand più conosciuto al mondo. Le imprese italiane sono costrette a confrontarsi con competitor a livello globale. Per farlo bisogna saper innovare e interpretare le esigenze del consumatore, proponendo prodotti di alta qualità e a prezzi competitivi” ha concluso Enrico Bracalente, numero uno di Bag (Nero Giardini).
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