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11/17/2016
Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking archivia i primi nove mesi del 2016 con un utile netto pari a 585 milioni di euro, un risultato in linea con i 597 milioni registrati nello stesso periodo del 2015. Un risultato accompagnato da un livello di cost/income ratio pari al 31% (30% nei primi nove mesi del 2015) e da coefficienti patrimoniali consolidati, calcolati in base alle regole di Basilea 3, al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, il Common Equity Tier 1, al 30 settembre 2016, è pari al 16,4%.
"Questi risultati, realizzati in un contesto spesso avverso dei mercati, dimostrano la nostra capacità di generare valore in modo robusto e sostenibile nel tempo" ha commentato Paolo Molesini (nella foto con il presidente Matteo Colafrancesco), amministratore delegato e direttore generale della società. "Oltre l’ottimo andamento del conto economico, vorrei sottolineare la forte progettualità strategica che ci anima e ci consentirà di rafforzare ulteriormente il nostro posizionamento. L’utilizzo di Alfabeto, la nostra piattaforma di consulenza digitale, si sta diffondendo presso i banker ed i clienti e rappresenta una vera e propria rivoluzione del paradigma relazionale per il Private Banking". E gli effetti si registrano sui dati relativi alla raccolta netta e alle masse amministrate.
In particolare i 5.879 private banker della società (33 in più rispetto alla fine del 2015) hanno raccolto in nove mesi 5,9 miliardi di euro, un dato in crescita del 5% rispetto ai 5,6 miliardi dei primi nove mesi del 2015. Le masse amministrate hanno così raggiunto quota 192 miliardi di euro, in rialzo di 3 miliardi rispetto ai 188,9 miliardi di fine 2015, mentre le commissioni nette risultano, alla fine dei primi nove mesi dell'anno, pari a 1.140 milioni (+2% rispetto ai 1.123 milioni del 2015).
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