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10/26/2016
La diatriba sulle quote di Banca Mediolanum detenute da Fininvest e non è ancora finita. A riaprire il caso è questa volta la Banca Centrale Europea che ha reso noto di non condividere il fatto che Fininvest sia rientrata in pieno possesso della quota del 30% detenuta in Banca Mediolanum e, due anni fa, congelata da Banca d'Italia in seguito alla perdita dei requisiti reputazionali di Silvio Berlusconi, azionista di maggioranza della holding.
La vicenda, come noto, vide nell'estate del 2013, a seguito della condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset, Banca d'Italia imporre a Fininvest l'alienazione della quota eccedente il 9,9%. Ma in primavera il Consiglio di Stato aveva accettato il ricorso della holding e consentito alla stessa di non vendere il pacchetto azionario.
Decisione che, evidentemente, non è gradita alla BCE che, come rende noto Fininvest in una nota stampa, ha comunicato la propria decisione di opporsi a quella che definisce "l'acquisizione" da parte della stessa Fininvest "'di una partecipazione qualificata" in Banca Mediolanum spa. La decisione segue l'esame da parte di Bce dell'operazione di fusione tra Mediolanum e Banca Mediolanum.
Fininvest, però, "contesta in radice il fondamento giuridico di questa decisione, nonché la legittimità degli atti del procedimento che ad una tale decisione hanno condotto". Convinta della validità delle proprie ragioni, che hanno già trovato pieno riconoscimento da parte del Consiglio di Stato, la società - prosegue il comunicato - tutelerà con la massima energia e determinazione i propri diritti ed interessi, agendo in tutte le sedi previste dalla normativa sia a livello nazionale che europeo.
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