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11/27/2014
Ennio Doris, a margine della conferenza di presentazione dell'iniziativa lanciata con United Ventures, non si è risparmiato e, incalzato dai giornalisti, si è mosso a tutto tondo toccando diversi temi caldi del momento. Su tutti la quota in Mediolanum di Silvio Berlusconi e il futuro del mondo della consulenza finanziaria nelle banche italiane.
Sul primo fronte, il numero uno di Mediolanum ha subito ribadito la sua disponibilità a rilevare una parte di titoli che Berlusconi dovrà cedere (attualmente l'ex-premier detiene il 35% e Bankitalia ha imposto la cessione del 9,9%). Ma il patron di Mediolanum ha subito chiarito che "non ha bisogno di arrotondare" la sua quota, avendo già oltre il 40% del capitale, ma non esclude di poter salire, eventualmente, fino al 45%. In ogni caso "qualunque mossa sarà fatta in accordo con le autorità". Di certo non c'è nessun interessa la delisting di Mediolanum, in quanto "essere quotati in vantaggio".
Ma Doris si è spinto oltre e ha sottolineato anche la necessità di un'evoluzione da parte del mondo bancario nazionale e internazionale verso il modello Mediolanum. "Non basta l'offerta web per essere innovativi. La tecnologia, se ben pensata, offre alla clientela la consulenza di base" ha chiarito il fondatore di Banca Mediolanum, "ma se si vuole offrire vera consulenza serve anche il contatto umano, il family banker". Il che non si traduce nella sopravvivenza delle filiali ma nella trasformazione dei direttori di banca che "ormai devono essere figure che hanno un loro ufficio ma che portano le 'filiali' in casa dei clienti". Il connubio vincente deve essere questo: tecnologia e consulenza.
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