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3/27/2014 | Redazione Advisor
L'Italia è promossa sul tema Mifid II, o meglio sulla tutela dell'investitore. Nel corso dell'incontro organizzato da Advisor dal titolo "Consulenti (ex-promotori), sgr, Mifid II: l'Italia è pronta" che si è tenuto il 27 marzo in occasione de Il Salone del risparmio, i partecipanti alla tavola rotonda hanno discusso su quale potrebbe essere l'impatto che la Mifid II avrà sia sul mondo dell'industria (fabbrica prodotto) e sia su quello delle reti di distribuzione di prodotti finanziari. A introdurre il tema è stata Roberta D'Apice, responsabile legale di Assogestioni che si è soffermata sull'analisi delle norme della Mifid II relative alla tutela dell'investitore. In particolare D'Apice ha evidenziato come la Mifid II preveda nuovi requisiti in materia di governance dei prodotti e la c.d. product intervention, nuovi elementi per l'informativa ai clienti, differenziazione tra consulenza indipendente e gestione di portafoglio, nonché disciplina degli inducement; remunerazione del personale e competenza del personale addetto alla consulenza e vendita di prodotti.
Nello specifico emerge una regolamentazione che pone al primo posto la tutela del cliente, sia nella fase di design del prodotto, che nel momento del collocamento, il tutto per garantire un continuo della consulenza. Infatti i prodotti devono essere concepiti per soddisfare le esigenze di un determinato mercato target di clienti finali e la strategia di distribuzione degli strumenti finanziari deve essere compatibile con tale target. Quindi un'estensione della valutazione di adeguatezza che non è più circoscritta al momento in cui l’intermediario consiglia lo strumento finanziario ma deve essere estesa anche alla fase di design del prodotto da parte dell’impresa emittente. Se così non fosse la Mifid II dà potere alle autorità di vigilanza di sospendere la commercializzazione o la vendita di strumenti finanziari.
Su questo tema si sono poi confrontati i due rappresentanti dell'industria presenti Sergio Trezzi (Invesco) e Matteo Astolfi (M&G INvestments) il quale ha evidenziato come il paese di riferimento della società che lui guida in Italia, si scontra già con un FSA che molto spesso a bloccato la commercializzazione di alcuni prodotti e che da diverso tempo "obbliga" a dei focus sia nella fase di definizione del prodotto che nel fase del post. Per Trezzi questa novità avrà un impatto su non indifferente sul modo nel quale il prodotto è designato nei diversi paesi. E se il rapporto tra SGR e partner distribuitivi evolverà naturalmente a seguito della nuova normativa, non biosgna dimenticare che il focus principale deve restare il prodotto, se non si hanno prodotti performanti o adeguati controlli sul rischio, si rischia di perdere di vista un obiettivo importante. Per Astolfi infine nell’industria si faranno passi avanti se si parlerà all’investitore finale e quello che FSA ha deciso di fare è privilegiare la trasparenza dei costi. Nel futuro per l’esperto di M&G si sceglierà la qualità, e si andrà sempre di più verso la specializzazione.
Sul tema della consulenza e della gestione di portafoglio D’Apice evidenzia come nel caso di consulenza indipendente e di gestione di portafogli: tutti gli onorari, le commissioni e gli altri benefici monetari pagati o forniti da un terzo debbano essere restituiti integralmente al cliente e che l’impresa non debba essere autorizzata a detrarre i pagamenti di terzi dalle commissioni che il cliente deve all'impresa.
Per i rappresentanti del mondo delle reti Paolo Martini (Azimut), Carlo Giausa (Fineco) e Gianmaria Mossa (Banca Generali) il mondo delle reti è pronto a cogliere le sfide che la Mifid II porrà. Per Martini il mondo delle reti è in continuo cambiamento e l'unico timore che si intravede è che essendo un mercato già particolarmente normato, queste ulteriori regolamentazioni abbiano l'effetto di ingessarlo. La preoccupazione di Gianmaria Mossa sul tema della consulenza, così come intesa dalla Mifid II (indipendente o ristretta) è che spesso la consulenza sia semplicemente ricondotta a una gestione patrimoniale, quando invece è un processo costruito nel tempo giorno per giorno al fianco di un consulente, che oggi deve sempre più preoccuparsi del patrimonio estensivo, ossia dell’analisi concreta degli attivi del cliente, considerando anche la parte immobiliare, il passaggio generazionale, il tutto in un’ottica digital e tecnologica. Per Giausa il fondo comune di investimento è lo strumento più chiaro e trasparente che ci sia e che la consulenza non può fermarsi al momento del collocamento, ma non è corretto dire che se fai il consulente indipendente sei più bravo, anche perché la consulenza a parcella non è possibile effettuarla su tutta la clientela. Per l’esperto di Fineco sarà importante investire nella tecnologia e il loro impegno è nel rendere la rendicontazione più chiara, comprensibile e anche semplificata per i clienti finali. Per Martini infine accanto a tutti questi investimenti nella tecnologia non bisogna perdere di vista l’investimento più importante che è nelle persone.
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