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La Lombardia non basta

7/30/2024 | Daniele Barzaghi

La ripartizione geografica dell'OCF continua a raccontare una enorme polarizzazione in Lombardia, ma...


Se a fine 2023 i consulenti finanziari italiani abilitati all’offerta fuori sede erano 51.898, alla fine dello scorso giugno, invitabile giro di boa di valutazione di metà anno, erano saliti a 52.309 (+0,79%). Sempre consultando l’Albo gestito dall’OCF. Una proiezione che tiene conto anche di mandati non esercitati e di professionisti inattivi ma interessante come base di partenza, con alcune costanti. 

A partire dalla ripartizione regionale che, tenendo conto di demografia e mappa della ricchezza personale degli italiani, continua a raccontare una enorme polarizzazione in Lombardia, dove sono registrati 12.062 consulenti (il 23%; quasi un quarto a fronte di un sesto degli italiani residenti), a guidare un podio tutto nordico, insieme a Veneto (5.360 CF) e Piemonte (5.185). Seguono sopra soglia 3.000 mandati registrati il Lazio (5.066), l’Emilia Romagna (4.928), la Toscana (3.653) e la Campania (3.181).

Meno del 5% sono i 2.549 mandati assegnati a consulenti dai 20 ai 30 anni, con una coda lunga che si attesta sulle 449 unità per i nati nel 1994, 459 per i ‘95 e di nuovo 449 per il ‘96, per poi scendere a 359 per i ’97, a 338 per i ’98 e a 219 per i ’99, con un drappello da circa 300 CF dei nati dal 2000. Con la palma del più giovane che va alla 19enne Antonia Borrello di Reggio Calabria.

Il dato dei quasi 52.000 mandati ha una valenza per lo più statistica; come sanno i professionisti del risparmio gestito italiano i consulenti finanziari che animano realmente il mercato italiano sono circa la metà ed è solo da poco che hanno superato la soglia dei 25.000 citata da anni per circoscrivere la categoria.

Se si considerano, ad esempio, anche soltanto le 11 principali sigle rappresentati in Assoreti (Fideuram, Banca Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank, Credem, Mediobanca, Zurich Bank, BNL - BNP Paribas, Banca Widiba e Finint PB) e si sommano i numeri della auto-isolata Azimut, ma non le sim più piccole, i mandati a metà giugno erano già 26.236. 

Se su questa diversa base dati l’incidenza regionale non varia granché, più interessante appare analizzare la diversa presenza delle reti nelle varie circoscrizioni (nelle pagine successive tutti i dati), con roccaforti storiche raramente intaccate negli anni. Compulsando i dati delle singole società si confermano infatti differenze strategiche rilevanti.

Si parta ancora una volta dall’egemonica Lombardia (che rappresenta il 22% della forza commerciale delle grandi reti), senza dimenticare naturalmente quanto l’Italia sia un Paese dalla ricchezza distribuita su tante regioni.

Abilitazioni-regionali-OCF.jpg

 

Tra le reti meno lombarde si conferma Banca Widiba (11%; 60 su 559 mandati) seguita da, e qui il dato potrà forse sorprendere maggiormente, Banca Mediolanum che richiama Milano fin dal nome: l’incidenza regionale in questo caso è del 16% (740 mandati su 4.664). Inferiori al dato medio nazionale in Lombardia sono anche Zurich Bank (17%), BNL - BNP Paribas LB (18%), il gruppo Credem (18%, che media un 10% della rete Credem e un 27% di Credem Euromobiliare PB).

Si colloca sul baricentro del 22% Fineco, mentre il dato è di poco superato da Banca Generali (23%), gruppo Fideuram (24%, con Fideuram ISPB al 22%, IW PI al 28% e una lombardissima Intesa Sanpaolo PB al 34%) e Azimut (25%).

Mediobanca Premier nella nuova misurazione dei 1.137 mandati nazionali si rivela un po’ meno focalizzata su Milano rispetto alla precedente CheBanca! (ora il dato regionale è sceso dal 28 al 26%), mentre si conferma il terzo (32%) della rete Allianz Bank impegnato nell’area, con un primato strappatole quest’anno dalla ufficializzazione del dato di Finint PB (ben il 38%, ereditando il forte radicamento della storica Banca Consulia).

Se pertanto tra i due gruppi più grandi, Fideuram e Banca Mediolanum, a dispetto del nome è il primo ad essere più presente in Lombardia, è anche perché la rete di Basiglio (primatista di reclutamenti nei 12 mesi con 143 rafforzamenti contro 133) è cresciuta soprattutto in altre zone del Paese. E dato il loro peso e la capacità di indirizzo dell’industria vale la pena fare un focus.

Non solo la Lombardia ma il Nord-Ovest in genere è una delle architravi del gruppo Fideuram che, come tutto il perimetro Intesa Sanpaolo, ha in Milano e Torino i suoi storici pilastri. 

La sola Fideuram ISPB (tralasciando in questa comparazione l’apporto di IW PI, prossima alla fusione nella sorella maggiore, e Intesa Sanpaolo PB) conta in Lombardia 1.120 CF, in Piemonte 647 e in Liguria 256, arretrando in terza posizione regionale soltanto in Valle D’Aosta con 9. La regione montana vede invece il primato locale proprio di Banca Mediolanum con 16 family banker, mentre la rete fondata da Ennio Doris è soltanto terza in Lombardia (740 CF) e Piemonte (302) - superata nel primo caso da Allianz Bank (779) e nel secondo da Azimut (361) - e addirittura quinta in Liguria (con 57 banker), dietro anche a Azimut (166), Fineco (118) e Banca Generali (96).

Dove Banca Mediolanum accelera decisamente è nel Nord-Est che diede i natali al fondatore, con primato assoluto in Veneto (742 banker contro i 407 di Fideuram ISPB) e distacco netto in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, dove è marcata l’affermazione anche di Banca Generali e Allianz Bank FA.

Emilia Romagna (531 a 480) e Toscana (505 a 318) sono presidio di Fideuram ISPB, così come soprattutto il Lazio (699 a 493).

Mediolanum recupera nelle Marche (173 a 106), Umbria (108 a 65), Abruzzo (99 a 67), Molise (46 a 21), Puglia (111 a 108), Sardegna (32 a 28) e il distacco si fa abissale in Calabria (164 a 21) e Sicilia (426 a 137). 

Fanno eccezione Campania, Basilicata e (in ex-equo) Puglia dove invece le due principali reti sono in ritardo ed è forte l’affermazione della terza forza dell’industria: Fineco (con 266, 19 e 11 CF).

 

Articolo tratto dal numero di luglio/agosto di ADVISOR, 
disponibile in edicola oppure qui in abbonamento cartaceo o digitale

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