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3/13/2017
Le elezioni di aprile e maggio porteranno alla nomina di un nuovo Presidente francese. I recenti sondaggi suggeriscono che Marine Le Pen, leader del Front National, sia una candidata temibile. L’ondata di cambiamento politico che ha trascinato il voto sulla Brexit in Gran Bretagna e dominato le elezioni presidenziali statunitensi continuerà anche in Francia? In tal caso, quale sarebbe l’impatto di una presidenza Le Pen per gli investitori, le imprese e i mercati finanziari in Europa e più in generale?
La principale promessa di Le Pen sarà probabilmente quella di indire un referendum sull’Unione Europea, unitamente alla proposta di reintrodurre il franco francese. Le sue promesse di negoziare un accordo migliore con l’UE suoneranno fin troppo familiari (specialmente alle orecchie dei britannici), ma non c’è dubbio che Le Pen si trovi in una posizione negoziale più forte di quella che occupata a suo tempo dal Regno Unito. L’UE, infatti, ha chiaramente bisogno della Francia per molte ragioni: in particolare, il paese è il maggior produttore di energia nucleare dell’Unione (con una quota del 51%) e gioca un ruolo fondamentale nel sostenere la moneta unica.
Che cosa possiamo aspettarci dai mercati? Secondo Mark Burgess, cio EMEA e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, la reazione immediata dei mercati sarebbe un picco di volatilità per gli asset francesi dovuto all’incertezza riguardo agli sviluppi futuri. Poiché si ritiene che una presidenza Le Pen accrescerebbe la probabilità di un abbandono dell’euro da parte della Francia, nel caso di una sua vittoria ci sarà da aspettarsi un marcato ampliamento dello spread tra le obbligazioni francesi e i Bund tedeschi. Analogamente, si amplierebbero i differenziali di altre obbligazioni periferiche e semi-core, in linea con l’aumento del rischio di disgregazione.
Sul fronte azionario, il mercato europeo potrebbe cedere nell’immediato fino al 10% per via dell’incertezza sulle possibili implicazioni per l’UE, con ripercussioni potenzialmente maggiori sulle borse mondiali. A essere penalizzate maggiormente sarebbero con ogni probabilità le banche europee, che potrebbero lasciare sul terreno il 20-30%, vista la flessione del 20% accusata in reazione alla Brexit. A medio termine, considerata la situazione in cui si trova attualmente il sistema bancario italiano, quest’ultimo non sembra in grado di poter resistere alle conseguenze di un crollo dell’euro. A essere colpiti non sarebbero soltanto i paesi fortemente indebitati, ma anche quelli come la Germania (che detiene titoli di debito francesi e italiani). Indubbiamente il sistema bancario interconnesso dell’UE sarebbe quello a maggiore rischio di collasso, con conseguenze a carico del settore finanziario globale. Tuttavia, gli ostacoli a una Frexit rimarrebbero elevati e potrebbe intervenire una reazione più ponderata, anche sotto una presidenza Le Pen. In questo scenario rimarrebbero probabilmente un premio e una certa ripidità della curva a causa del mix di politiche più inflazionistiche e meno conservatrici dal punto di vita fiscale. Allo stesso modo, le obbligazioni francesi indicizzate all’inflazione, che attualmente scontano tassi di pareggio di circa l’1,31% su 10 anni, metterebbero a segno performance brillanti. Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi si terrà il 23 aprile; successivamente, qualora nessuno dei candidati ottenesse la maggioranza, i primi due andrebbero al ballottaggio in data 7 maggio. In un mondo che appare sempre più imprevedibile, tutti gli occhi saranno puntati sulla Francia.
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