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Fidelity: Bce rimarrà accomodante

3/9/2017

È molto improbabile che vengano intraprese iniziative fino a che i rischi politici correlati alle elezioni nell'area Euro non si saranno dissipati


Mario Draghi subisce pressioni da parte di alcuni stati membri dell'Eurozona affinché le misure straordinarie di allentamento della Bce vengano ridimensionate, dato che l'inflazione ha ripreso ad aumentare e l'area della valuta comune è cresciuta al ritmo più rapido dal 2011. A insistere è soprattutto la Germania, dove la rigidità del mercato del lavoro e l'output gap positivo lasciano presagire ulteriori pressioni al rialzo sull'inflazione.

 

Tuttavia, a poche ore dall’inizio della riunione odierna della Bce, Anna Stupnytska, global economist di Fidelity International, non è ottimista sulla situazione. Nel complesso l'Eurozona rimane caratterizzata da una sostanziale stagnazione, con i mercati del lavoro ancora relativamente deboli nei paesi periferici. Malgrado le rilevazioni indichino l'emergere di pressioni sui prezzi, l'inflazione core resta per il momento ancorata su livelli ridotti, giustificando l'approccio complessivamente accomodante di Draghi. La prospettiva più probabile, dunque, è che non ci siano novità. Potrebbe insorgere un certo dibattito riguardo alla possibilità di normalizzare i tassi di deposito negativi (attualmente a -0,40%), ma qualsiasi decisione in merito dipenderà dal fatto che l'economia dell'Eurozona continui a trarre vantaggio dalla ripresa ciclica globale. In ogni caso, è molto improbabile che vengano intraprese iniziative fino a che i rischi politici correlati alle elezioni nell'area Euro non si saranno dissipati.

 

Eventuali segnali anticipatori di un possibile cambio di orientamento nelle future politiche della Bce verranno probabilmente dalle proiezioni della Banca Centrale su crescita e inflazione. Dati ottimistici lascerebbero presagire una riduzione del QE più incisiva o addirittura la chiusura del programma, tuttavia è improbabile che il tema venga discusso prima del secondo semestre dell'anno. Nonostante le prospettive siano favorevoli, per il momento i rischi negativi pesano. Un rallentamento dovuto alla Brexit potrebbe nuocere all'Eurozona attraverso i canali commerciali e in tal caso la Germania sarebbe particolarmente vulnerabile. L'intensa agenda politica, con le elezioni nei Paesi Bassi in calendario per questo mese e le presidenziali in Francia a fine aprile / inizio maggio, indurrà per il momento Mario Draghi ad adottare prudenza.

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