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12/6/2012
L´oro italiano potrebbe essere utilizzato per far scendere lo spread.
L'idea arriva dal World Gold Council, l´Organizzazione che raggruppa i maggiori produttori del metallo giallo a livello mondiale.
L´idea è semplice, l´oro detenuto dal nostro Paese potrebbe essere utilizzato come collaterale a garanzia delle emissioni di titoli pubblici.
L´oro rappresenterebbe un´alternativa allo scudo anti-spread della Bce, garantendo il rimborso delle emissioni: però, rispetto all´intervento della Banca centrale, l´utilizzo del metallo giallo come collaterale eviterebbe al nostro Paese la cessione di sovranità derivante dall´intervento dell´Eurotower.
I dettagli dell'idea del WGC
Secondo i dati diffusi dal Wgc, le riserve di oro italiane, pari a 2.451,8 tonnellate, si attestano al quarto posto a livello mondiale. Prima di noi ci sono solo gli Stati Uniti (8.133,5 tonnellate), la Germania (3.395,5 tonnellate) e il Fondo monetario internazionale (2.814 tonnellate).
Nel dettaglio, l´Italia dovrebbe utilizzare l´equivalente di 100 miliardi di euro in oro per garantire titoli per 431 miliardi di euro, pari alle necessità di finanziamento a medio-lungo termine previste per i prossimi due anni. All´interno dei Piigs l´oro potrebbe essere utilizzato come collaterale anche dal Portogallo (vedi figura) mentre l´operazione non sarebbe possibile per Grecia, Irlanda e Spagna.
Secondo Natalie Dempster, direttore per gli affari governativi del Wgc, "l´uso delle riserve di oro a garanzia del 20/25% delle aste di titoli di Stato potrebbe portare un calo dei rendimenti fino a 200 punti base". L´unico ostacolo, secondo Dempster, sarebbe rappresentato dal Sistema europeo delle Banche centrali, "che dovrebbe pronunciarsi su questo tipo di proposta e sulla sua compatibilità con le clausole del Trattato".
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