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9/26/2012 | Roberto Abate
I Paperoni in Asia, con asset investibili superiore a un milione di dollari, raggiungeranno quota 2,82 milioni entro il 2015 con un patrimonio investibile di 15,8 trilioni di dollari. La stima è di Julius Baer, in un recente report sull'industria wealth nella regione asiatica. Nel peggiore scenario, la banca private elvetica stima invece un numero inferiore: 2,65 milioni (-6%) con un patrimonio di 14,7 trilioni di dollari.
La Cina, nello scenario più ottimistico, vedrà il maggior incremento di Paperoni a 1,46 milioni con un patrimonio di 9,3 trilioni di dollari, mentre nel peggiore scenario l’Indonesia sarà quella che vedrà 12.000 high net worth individual (HNWI) in meno. La crescita in Asia, si legge nel report, rallenterà considerevolmente dal picco toccato nel 2010, anche se l'intera area, e in particolare Cina e India, continueranno a ricoprire un ruolo dominante trainando il Pil mondiale nel 2012 e 2013.
Nonostante le recenti difficoltà riscontrate dalle economie asiatiche, Julius Baer continua a credere nelle capacità di crescita del benessere per le seguenti ragioni: l’esposizione all’Europa è relativamente piccola e la dipendenza dalle banche europee per il finanziamento è limitata; la crescita degli scambi tra i paesi emergenti, supportata da una solida domanda domestica, sostiene la crescita dei singoli paesi asiatici; gli indicatori fiscali e sul rischio paese stanno migliorando rispetto a quelli dei paesi maturi; Cina, India e Indonesia, infine, possono contare su driver di crescita relativamente indipendenti dall’esterno e dalla limitata crescita dei mercati più sviluppati.
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