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Segnali di moderato ottimismo dai mercati emergenti

8/29/2012

E' questo il pensiero di Maarten-Jan Bakkum di ING IM che sottolinea come il gap registrato dagli emergenti nei confronti degli sviluppati è conseguenza di tre elementi.


"Mercati emergenti? Dopo due anni di gap rispetto ai paesi sviluppati il sentiment è di moderato ottimismo".


E' questo il pensiero di Maarten-Jan Bakkum, global emerging markets equity strategist di ING Investment Management, contenuto nel report mensile sui mercati emergenti.

 

I motivi del distacco


Per almeno un biennio, le borse dei mercati emergenti hanno segnato il passo rispetto a quelle dei paesi sviluppati. Il gap registrato dall’ottobre 2010, pari a circa un 20%, è principalmente conseguenza di tre elementi: il ridimensionamento delle prospettive di crescita della Cina, il deterioramento della politica economica in alcune economie emergenti, come Brasile e India, e infine il rallentamento degli scambi commerciali su scala globale.
Dalla fine di maggio, si è registrata una generalizzata ripresa dei mercati finanziari. Il fatto degno di nota, però, è che gli emergenti hanno tratto scarso beneficio dal ritorno degli investitori verso gli asset rischiosi e quindi continua il loro trend negativo rispetto agli indici globali. Nei mesi recenti, comunque, abbiamo rilevato segnali incoraggianti relativamente alle prospettive per il futuro.

 


Outlook dei prossimi mesi

Per esempio, in aprile il Governo cinese ha presentato un nuovo programma di stimoli economici che sta cominciando a dare i propri frutti. Anche se l’export cinese rimane debole, gli investimenti nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni sono decisamente in aumento. E questa è una buona notizia per il settore delle materie prime e, di norma, con ripercussioni positive per tutti i mercati emergenti.
In Brasile, l’export di ferro ha registrato un deciso incremento negli ultimi due mesi.

Così come la Cina, molte altre economie emergenti stanno cercando di dare uno stimolo all’economia. Di recente, c’è stata una considerevole riduzione del tasso di interesse in Corea, Sud Africa, Filippine e Colombia, sulla scia di quanto già fatto in Cina, India e Brasile. Il tasso di interesse medio degli emergenti si è così ridotto di un punto percentuale negli ultimi 12 mesi e questo elemento aumenta le possibilità per una ripresa a breve.
Ovviamente le prospettive dei mercati emergenti sono strettamente legate a quanto sta succedendo nell’Eurozona. Gli scambi commerciali continueranno ad avere un andamento altalenante, almeno finchè non si sarà chiarita la situazione dell’Europa.
Sotto questo punto di vista, un po’ più di ottimismo è giustificato, dato che a livello di istituzioni sembra esserci maggiore risolutezza nell’affrontare la crisi. E questo potrebbe riportare un po’ di fiducia e, in ultima analisi, fermare il deterioramento dell’economia.


I segnali di ripresa
Tornando agli elementi che hanno caratterizzato in negativo i mercati emergenti, per due di essi le indicazioni sono leggermente in miglioramento: la crescita in Cina probabilmente registrerà un rimbalzo nei prossimi trimestri e all’orizzonte si vedono segnali per di un’inversione nel trend del commercio internazionale.

 

I segnali negativi

Al tempo stesso, purtroppo, continua il deterioramento delle condizioni macro in alcuni paesi emergenti. La battaglia per contenere l’inflazione in India e l’aumento dei crediti deteriorati in Brasile sono un chiaro segnale di questa situazione. 

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