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Mercati emergenti, in Europa non tutto è perduto

8/23/2012 | filippo.brunamonti

Mark Mobius, executive chairman di Franklin Templeton Emerging Markets Group, fa il punto su quelli che potrebbero essere gli sviluppi in paesi come Russia, Turchia, Ungheria


 

L'eurozona bersagliata e assediata ha ancora tanto da dire e da testimoniare, soprattutto se guardiamo ai mercati emergenti in area euro. Nonostante la stretta fiscale, gran parte dei mercati europei emergenti dimostrano di reagire velocemente. La maggior parte degli investitori vedono l'Europa emergente come uno specchio tout court, senza sbavature, dell'Europa orientale, "ma io preferisco vedere l'emisfero emergente come tutti gli ex paesi europei comunisti, più la Turchia". E' questa la nuova "emerging story" del guru dei paesi emergenti, Mark Mobius (nella foto in Ungheria), executive chairman di Franklin Templeton Emerging Markets Group.


 

"Guardiamo con favore anche verso società austriache dato che molte compagnie, in Austria, hanno operazioni di vendita in corso nei paesi dell'Europa orientale". In dettaglio, "negli emergenti europei tendiamo a focalizzarci su Russia e sulla cosiddetta area CE3, tra cui Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria".

 

 

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