Cambiano i bisogni e gli obiettivi di investimento dei Paperoni di casa nostra, che sono sempre più attratti da asset sicuri. Stando alla terza edizione del Wealth Society Report realizzato da Gpf per conto di UniCredit Private Banking, il timore per gravi crisi economiche presso la clientela private è cresciuto dal 25% del 2006 al 61% del 2011. Colpa del crac Lehman del 2008 e della crisi debitoria dell'Eurozona, che ha spinto nell'ultimo quinquennio i Paperoni a proteggere in modo più cautelativo i propri asset (lo ha fatto lo scorso anno oltre il 63% dei clienti intervistati), attraverso una strategia che privilegi la sicurezza del capitale e la possibilità di disinvestire rispetto al capital gain.

Solo il 4,4%, infatti, adotta un approccio "aggressivo" agli investimenti, con elevati guadagni e un alto rischio di capitale, mentre diminuisce anche la percentuale di coloro che preferiscono un discreto grado di sicurezza assieme a un buon guadagno, dal 42,5% del 2006 al 31,4% del 2011.

Il 60% degli intervistati, inoltre, ha dichiarato di modificare la propria strategia di investimento ogni due/tre mesi e l'esigenza di un rapporto più esclusivo con il proprio private banker, mentre il 43% dei clienti ha detto di coinvolgere i figli nella gestione dei propri investimenti: il 30% degli intervistati, infatti, teme di perdere il proprio tenore di vita e il 50% crede che le prossime generazioni abbiano minori disponibilità economiche.