Una battuta di un famosa serie televisiva diceva che "A New York anche gli analisti vanno dall'analista".  Chissà se un giorno si potrà dire la stessa cosa sugli advisor, o meglio i personal financial advisor. 

 

Recentemente un articolo comparso su Forbes sottolineava che tutti abbiamo bisogno di un consulente, uno buono, con un buon background. Forse anche gli stessi consulenti finanziari? E da qui forse potrebbero nascere dei paragoni con altre categorie. Così come i medici che preferiscono, per motivi di emotività, non curare direttamente i propri famigliari, così si potrebbe pensare che gli advisor non vogliano curarsi, proprio per motivi di emotività, del proprio patrimonio e decidano quindi di affidarsi ad altri.

 

Infatti così come dei medici (utilizziamo questi professionisti come termine di paragone, perché spesso abbiamo sentito dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) associarsi ai medici, ndr) si dice che siano i peggiori malati, chissà che non si possa dire lo stesso dei financial advisor con le proprie finanze. Riuscite, ad esempio a tenere a freno l'emotività, quella che porta involontariamente a commettere degli errori inconsapevoli, anche quando state analizzando il vostro portafoglio? E soprattutto investite nelle stesse tipologie di prodotto che proponete ai vostri clienti? E soprattutto se vi affidate a un collega, quali sono le caratteristiche che cercate? Secondo l'articolo di Forbes un buon advisor si riconosce perché fornisce: esperienza, oggettività, disciplina e risparmio di tempo. Ne aggiungereste delle altre?