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Consulenti (ex-promotori), un'arma per tenersi i clienti

7/7/2012 | andrea.giacobino

La crisi morde i portafogli e per il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) diventa fondamentale un compito da svolgere nell’immediato: mantenere una forte relazione con il cliente anche nei momenti più difficili dei mercati. Come?


La crisi morde i portafogli e per il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) diventa fondamentale un compito da svolgere nell’immediato: mantenere una forte relazione con il cliente anche nei momenti più difficili dei mercati. Come?

 

Un buon esempio viene dal mondo dei financial advisor americani che sta iniziando a cavalcare lo strumento dei social network. Un esempio è fresco di pochi giorni fa: i 17.000 consulenti finanziari di Morgan Stanley Smith Barney (Mssb) possono inviare ai loro clienti messaggi via Twitter o via LinkedIn per informarli di come stanno muovendosi i mercati. Mssb ha rilasciato infatti una libreria di messaggi pre-scritti dai quali i consulenti finanziari possono attingere liberamente. Il via libera è giunto dopo un periodo di prova durato un anno durante il quale 600 financial advisor sono stati testati nell’uso dei social network.

 

L’onda lunga ha raggiunto da tempo anche i 6.000 advisor di Raymond James che usano i social network già da qualche mese così come Alliance Bernstein ha aperto ai sui consulenti l’uso di Linkedin e sta iniziando ad aprirsi anche a Twitter. Merrill Lynch, il più importante competitor di Mssb nella distribuzione di prodotti  finanziari, che conta su una rete di ben 17.500 “consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)” americani non si sbilancia sul tema ma indiscrezioni danno in atto test avanzati interni sull’uso dei social network da parte della rete. Le regole che sovrintendono l’uso di questi strumenti sono severe negli Stati Uniti e vanno dall’obbligo di archiviare tutti i messaggi ai clienti a quello di renderli immediatamente disponibili per controlli da parte delle autorità.

 

E tutti gli esperti concordano su un punto: per un financial advisor usare LinkedIn o Twitter non serve tanto a vendere meglio i prodotti, quanto a mantenere una relazione forte con i clienti.

Proprio quello che oggi serve.

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