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Consulenti (ex-promotori), investire in Italia non è più di moda

6/20/2012 | Filippo Brunamonti

Secondo una ricerca di Ernst & Young, il Bel Paese ha perso di attrattiva per i risparmiatori e gli investitori. "Le riforme di Mario Monti stanno cercando di raddrizzare una situazione ridicola"


 

Mettiamola così: se stessimo al ballo di fine anno scolastico, e l'Italia fosse la donzella alla ricerca del corteggiatore, la favola imploderebbe. Perché il nostro Paese ha davvero perso di attrattiva, per lo meno agli occhi di soggetti che gravitano al di fuori dell'eurozona, i quali non sembrano per nulla intenzionati a investire nei prossimi tre anni in Paesi europei.
 
 
E' quanto emerge da un'indagine svolta all'interno dell'European Attractiveness Survey 2012 di Ernst & Young, che tra febbraio e marzo scorso ha chiesto a 840 dirigenti a livello internazionale (il 45% di financial directors, principalmente dell'est Europa e Nord America) di indicare tre Paesi del Vecchio Continente che considerano attrattivi ai fini dell'investimento, nel medio termine.
 

La Germania è indicata dal 35% degli intervistati, seguita da Polonia (10%), Regno Unito (8%) e Russia (7%).

 
L'Italia - in coabitazione con Spagna, Svezia, Turchia, Svizzera e Olanda - ha raccolto solo un lieve 2% di consensi, risultando il fanalino di coda nella graduatoria che contempla 13 Paesi. 

 
Il sondaggio sottolinea inoltre la posizione preminente dell'Italia (assieme a Regno Unito, Francia e Svezia) sul fronte dello sfruttamento delle energie rinnovabili, mentre bacchetta il Bel Paese sul fronte del lavoro. "Le riforme di Mario Monti stanno cercando di raddrizzare una situazione ridicola in cui aziende con più di 15 dipendenti non possono licenziare i lavoratori, non importa quanto incompetenti siano", commenta John Van Reenen, professore di economia alla London School of Economics, che ha fornito un punto di vista nell'indagine di E&Y. "Le aziende italiane, infine, assumono esclusivamente giovani lavoratori con contratti a tempo determinato e ricevono pochi incentivi per formarli". 

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