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6/19/2012 | Massimo Morici
La maggiore preoccupazione per i Paperoni? Il mantenimento del patrimonio e non tanto la crescita delle ricchezze personali. Colpa della crisi e dell'incertezza sui mercati che ha caratterizzato il 2011 e che ha portato i Paperoni a cercare soprattutto beni rifugio. La diversificazione dei fattori economici della ricchezza, si legge nel Worl Wealth Report 2012 di Capgemini, nel corso del 2011 ha influito sugli asset e prodotto risultati differenti con ribassi sul mercato azionario e delle materie prime, perdite tangibili di valore degli investimenti, sul cui fondo gli investitori hanno preferito muoversi verso una preservazione del capitale attraverso politiche di contante e di reddito fisso.
"L'Europa - spiega Roberto Manini, vice presidente financial services di Capgemini Italia - avrà sempre un'attenzione prioritaria da parte degli investitori, come dimostrano i continui attacchi sferrati a questo mercato. Fattori supplementari, come la performance economica della Cina, la sostenibilità dei mercati, i mutamenti politici globali delle leadership e le decisioni politiche giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare se, nel corso del 2012, dovremo assistere a un incremento o a un ulteriore decremento della ricchezza HNWI".
In Italia, in particolare, la volatilità e l'incertezza in Italia hanno determinato un cambio nella tradizionale asset allocation dei portafogli dei Paperoni nostrani. "Non era logico che un portafoglio italiano fosse sbilanciato sull'Italia al 70% prima della crisi del debito sovrano, figuriamoci oggi. In Svizzera in genere un portafoglio è sempre diversificato su base geografica", ha detto Stefano Preda, vice presidente di Credit Suisse in Italia, oggi durante la tavola rotonda che ha seguito la presentazione del report a Milano.
Per Alessandra Vitali, responsabile direzione commerciale, Intesa Sanpaolo Private Banking, invece, a maggiore complessità del portafoglio dovrebbero corrispondere servizi ad alto valore aggiunto (e maggiore tempo dedicato da parte dei banker), mentre per Dario Prunotto, head of private banking Italy network di UniCredit, sono due i trend che stanno emergendo in questi mesi: far conoscere ai clienti i prodotti sui cui stanno investendo e collegare l'investimento finanziario alle necessità personali del cliente private.
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