I consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) “diversificano” le loro attività. Sempre più spesso, infatti, non  riescono a far quadrare i conti del loro bilancio con quello che incassano dalla rete mandante. E così cercano di “arrotondare” le loro entrate. Nell'esercizio di queste altre attività si imbattono spesso in un problema di natura fiscale che riguarda l'uso corretto della partita Iva. E' cioè possibile ad un consulente finanziario (ex-promotore finanziario) regolarmente iscritto all'Albo e con partita Iva utilizzare questa medesima referenza per altre attività, rispettando il mandato della banca e/o rete e senza andare in conflitto d'interesse con altri albi? Facciamo qualche esempio concreto di “altre attività”: vendere un'automobile o un televisore, ma anche una partita di olio.

 

Ebbene se svolgendo queste attività il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) volesse fatturare le eventuali provvigioni come procacciatore d'affari andrebbe incontro a qualche problema? La risposta è no: le attività incompatibili con quella di consulente finanziario (ex-promotore finanziario) sono indicate nell'articolo 106 del regolamento Consob 16190/2007 e tra di esse non figura quella del procacciatore d'affari. La partita Iva è unica per ciascuno soggetto: è tuttavia possibile iniziare una seconda attività (con diverso codice), comunicando la variazione all'Agenzia delle Entrate competente. Quindi porte aperte ad attività che permettono al consulente finanziario (ex-promotore finanziario), sopratutto in tempi di magra come questi, di arrotondare le entrate.