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4/21/2012 | andrea.giacobino
Offerte fantasma, garanzie che non arrivano, azionisti che latitano, authority che non vedono e clienti che rischiano il danno e la beffa. Quello del tentativo di salvataggio di Banca Network Investimenti si sta rivelando di giorno in giorno un brutto pasticcio che danneggia tutto il mondo dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).
La vicenda è in una fase delicatissima perché non è giunta risposta da parte degli azionisti (i Magnoni in primis) alla lettera con cui la Banca Popolare di Vicenza proponeva o di rilevare il ramo d’azienda della rete lasciando il pesante contenzioso (circa 80 milioni di euro tra cause varie) in capo alla bad bank, o di tutelarsi acquistando tutta la banca a fronte di precise garanzie in denaro da parte dei soci.
La banca vicentina si è mossa con prudenza e in una logica di sistema, dopo che dal difficile salvataggio si sono defilate prima Banca Fideuram e poi Banca Popolare di Milano, con l’ok di quella Banca d’Italia che pure fece numerose ispezioni in Banca Network chiusesi però con multe risibili, salvo poi decidere il commissariamento.
Nelle ultime ore è spuntata un’offerta di Consultinvest guidata da Maurizio Vitolo: manager in gamba ma che si troverà anch’egli a guardare in faccia la realtà dei contenziosi (chi vi farà fronte?) acquisendo il ramo d’azienda della rete, oltre a risolvere con un’iniezione di denaro di almeno 10 milioni il problema immediato del capitale netto negativo della banca, che pure ha titoli immediatamente liquidabili pari al 90% dei depositi.
A fianco di Vitolo c’è Marco Sturmann, con un passato proprio in Banca Network. E il tutto avviene mentre si parla di almeno 120 consulenti (ex-promotori) con masse per 500 milioni che sarebbero pronti ad andarsene. Insomma: un pasticcio. Che va risolto al più presto.
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