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Consulenti finanziarie, ancora troppi stereotipi di genere

11/29/2023 | Redazione Advisor

Francesca Marchelli, direttrice della comunicazione di Banca Widiba: “Dalla ricerca ‘Donne e Denaro’ emerge come un cambiamento che si rifletta in termini positivi sull’occupazione debba passare anche da un maggiore coinvolgimento delle donne nella consulenza finanziaria, a cominciare dalle nuove generazioni”


La prima edizione della ricerca “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”, promossa lo scorso anno da Banca Widiba, la banca online del Gruppo Montepaschi, insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, aveva messo in luce i fattori che favoriscono e ostacolano un coinvolgimento attivo e consapevole della donne nella gestione finanziaria del proprio patrimonio. Dal primo progetto di ricerca era emerso, infatti, come gli stereotipi di genere associati al denaro siano ancora le principali barriere all’accesso delle donne in ambito finanziario.

In questo contesto, è maturato il secondo progetto di ricerca effettuato a livello nazionale nel corso del 2023 “Donne e Denaro. La Consulenza finanziaria: analisi e opportunità di una professione contemporanea oltre gli stereotipi di genere” i cui risultati sono stati presentati oggi. Obiettivo dell’analisi è indagare le percezioni e le credenze legate alla figura professionale della Consulente finanziaria, le condizioni lavorative di chi la svolge e, infine, di individuare alcune chiavi d’intervento per migliorare la percezione di questa professione da parte delle donne. Una professione che, in Italia, conta solo il 22,3%1 di Consulenti donne. Un divario che si traduce, quindi, anche in mancate opportunità sul piano dell’occupazione.

Ricerca qualitativa | Focus group

Punto di partenza dell’indagine multimetodo è stata una prima fase di analisi qualitativa, con 3 focus group che hanno coinvolto professioniste della consulenza finanziaria, studentesse di Scienze bancarie e head hunter, con l’obiettivo di analizzare percezioni e credenze legate alla figura dei/delle Consulenti finanziari/e da diversi punti di vista: quello interno, di chi svolge già questa professione, e quello esterno, di chi può essere un candidato o una candidata, oltre a quello dei recruiter.

Dai focus group è emersa una visione secondo cui la professione di Consulente finanziario/a è percepita come particolarmente adatta per le donne, in quanto tutela l’autonomia e la libertà, permettendo di raggiungere successo e possibilità di guadagno, anche elevato. L’indipendenza che la professione può garantire e le competenze che si sviluppano sono aspetti positivi condivisi, oltre all’ambizione legata al successo nel riuscire in un ambiente ancora composto in prevalenza da uomini. Dall’altro lato, è emerso come il lavoro di consulente finanziario/a sia ancora percepito come poco conosciuto, instabile e rischioso per motivi legati alla libera professione e alla volatilità dei mercati finanziari. Fattori, questi, determinati dalla scarsità di percorsi formativi che valorizzino i punti di forza di questa professione.

Infine, gli stereotipi di genere hanno un forte peso nell’influenzare la percezione di come le donne possano interpretare questa professione. Le donne consulenti sono percepite – e si percepiscono – come più portate all’aspetto relazionale ed etico, in grado di prendersi cura del cliente in maniera migliore rispetto ai loro colleghi, ma pensano di essere anche percepite come meno competenti rispetto agli uomini. Un’evidenza emersa già nella prima fase della Ricerca “Donne e Denaro. Una sfida per l’inclusione”.

Ricerca quantitativa | Survey 

La seconda fase della ricerca è stata caratterizzata da una survey quantitativa, condotta in collaborazione con IPSOS, alla quale hanno partecipato 445 Consulenti Finanziari/e sul territorio nazionale iscritti/e all’Albo Unico, con l’obiettivo di scattare una fotografia delle reali condizioni di vita di chi svolge questa professione. I percorsi di carriera sono molteplici, ma è interessante notare come le donne abbiano tendenzialmente un titolo di studio più elevato rispetto agli uomini: sono il 40% le laureate, rispetto al 36% dei colleghi uomini, e le donne hanno una specializzazione post-laurea per il 12% rispetto al 4,9% degli uomini. Dalle risultanze è emerso, inoltre, come la professione di consulente finanziario/a non venga sempre valutata durante il percorso formativo e personale: solo il 44% ha dichiarato di averla presa in considerazione prima di intraprenderla. In generale, gli uomini entrano più facilmente in contatto con la consulenza finanziaria tramite le reti informali (passaparola, amici e parenti) che sono ancora il principale nodo di accesso alla professione: 50% contro il 31,7% delle donne. Un dato che può essere letto alla luce degli stereotipi di genere: probabilmente uno dei motivi per cui le donne sono meno presenti in questo mondo è perché sono percepite dalle loro reti sociali informali come meno associate a questa professione.

Tra i principali vantaggi di questa carriera considerati nell’intraprendere questa professione, sono emersi la flessibilità del tempo (97,9% dei/delle professionisti/e) e l'autonomia nella gestione del lavoro (97,7%), insieme alla possibilità di guadagno (96,8%) e di entrare in contatto con una vasta rete di persone (93,6%), coerentemente con i risultati messi in luce dai focus group con le consulenti finanziarie. In converso, la libera professione, seppur percepita in maniera positiva dalla maggior parte dei e delle partecipanti, suscitava timore nel 39% delle consulenti finanziarie (contro il 26% degli uomini), così come la mancanza di stabilità (33% per le donne contro il 25% per gli uomini).

La survey è andata ad analizzare la soddisfazione dei bisogni che sono alla base dello sviluppo dell’identità professionale, oltre a quelli legati al riconoscimento economico. Dall’indagine, è emerso che le donne che svolgono questa professione, più dei loro colleghi uomini, sviluppano un elevato livello di autostima (oltre il 70% delle intervistate), di autonomia (oltre il 90%), di vicinanza con le altre persone (oltre il 95%) e sono soddisfatte della loro professione, che ritengono dia un senso più ampio alla loro vita (oltre l’85%).

Un ulteriore dato positivo emerso dalla survey sulla percezione dell’ambiente professionale è che le Consulenti finanziarie si sentono supportate dalle banche con cui lavorano (86,1%), un fattore che indica il consolidamento di una cultura a sostegno del lavoro delle donne in questo settore. Inoltre, la condizione di benessere tra i Consulenti finanziari – sia uomini sia donne – è risultato elevato, con un alto grado di soddisfazione complessiva nella vita professionale e familiare (8,20 in media su 10) e una propensione a cambiare lavoro molto bassa (1,53 su 5). Da evidenziare che le donne che vengono più supportate dalla Banca sono quelle che riportano livelli più elevati di benessere.

Studi sperimentali

In ultimo, sono stati realizzati due studi sperimentali che hanno interessato un gruppo di 276 studenti e studentesse in Scienze bancarie, di età media di 25 anni. Dai risultati è emerso come, per gli studenti di entrambi i sessi, la professione di Consulente finanziario/a sia percepita come un'opzione di carriera meno adatta alle donne rispetto agli uomini. Questo fenomeno non sembra essere influenzato dalla natura stessa della libera professione, poiché per altri ruoli autonomi, come quello del commercialista, l'effetto di genere non risulta significativo.

Chiave di volta per migliorare gli atteggiamenti delle donne rispetto a questa professione risulta essere quella della comunicazione: quando, infatti, vengono presentate le possibilità relative alla conciliazione tra vita e lavoro e le tutele che le banche mettono in atto per avviare questa professione, gli atteggiamenti delle donne rispetto a questa scelta professionale migliorano sensibilmente. La percezione negativa sembra, quindi, derivare da una comunicazione inefficace della professione del/la consulente finanziario/a rivolta alle studentesse. Questo si rileva anche all'interno dell'ambiente universitario: in questo contesto, gli studenti maschi risultano più informati rispetto alle colleghe donne, un fatto che porta molte di esse a ignorare o non considerare questa professione come possibile percorso di carriera. Infine, va sottolineato come la professione di Consulente finanziario/a non sia considerata di basso status da studenti e studentesse e come le prospettive di guadagno siano percepite come altrettanto attraenti di quelle, ad esempio, della commercialista.

Conclusioni

Ancora molto si può fare per attrarre le donne verso questa professione che risulta essere un ambito di realizzazione professionale ed economica ancora poco sfruttato dal mondo femminile. Dall'analisi della situazione reale delle Consulenti finanziarie si evince, infatti, come le donne traggano arricchimento da questa scelta professionale, sia in termini di autostima sia di benessere, anche economico, mentre i principali timori sono legati ad alcuni aspetti della professione, in particolare per quanto le incertezze legate all'instabilità e alla libera professione. Di fatto, queste paure sembrano del tutto immotivate perché, andando ad analizzare la reale condizione delle Consulenti finanziarie, non sembrano affatto penalizzate da questa scelta professionale. Inoltre, il concreto supporto da parte delle banche gioca un ruolo fondamentale nell’attrarre nuovi talenti femminili.

Dai risultati è emerso come occorra lavorare su una comunicazione e un’informazione più efficaci della professione di Consulente finanziario/a. Un’azione necessaria, che dovrebbe concentrarsi soprattutto sui canali istituzionali, come quelli accademici, con cui le studentesse hanno maggiori opportunità di entrare in contatto. Inoltre, la fotografia scattata indica con chiarezza quanto sia fondamentale una comunicazione che metta in evidenza le opportunità di conciliare vita privata e lavoro offerte dalla professione e sottolinei la sicurezza associata al settore, soprattutto in termini di tutela dai rischi fornita da numerosi istituti bancari. In tal modo, si contrasterebbero le percezioni errate che scoraggiano le donne ad abbracciare la carriera e si promuoverebbe una partecipazione più equa e consapevole nel campo della consulenza finanziaria.

“Le pari opportunità non sono più soltanto un tema sociale, ma rappresentano una sfida di natura economica e occupazionale in tutti i settori” - dichiara Francesca Marchelli (in foto), Direttrice della Comunicazione di Banca Widiba. “Il progetto di ricerca “Donne e Denaro” non soltanto ha fatto luce sugli ostacoli che le donne incontrano ancora oggi in ambito finanziario, ma ha anche permesso di individuare le chiavi di volta per poter avviare un cambiamento che si rifletta in termini positivi sull’occupazione. Dalla fotografia scattata emerge come ciò debba passare anche da un maggiore coinvolgimento delle donne nella consulenza finanziaria, a cominciare dalle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di rafforzare le sinergie con il mondo universitario per delineare strategie di comunicazione più inclusive, che superino gli stereotipi di genere e le percezioni errate sulla professione, per promuovere una partecipazione più equa e consapevole nel campo della consulenza finanziaria”.

“Meno paura e più autostima. È questo quello che abbiamo potuto osservare intervistando per la prima volta in Italia un ampio campione di professioniste avvicinatesi alla professione di consulente finanziaria. Di fatto per le donne in questa professione i timori legati alla gestione del tempo e dell’incertezza dell’attività autonoma sono all’atto pratico sovrastati da notevoli vantaggi in termini di autostima, autonomia, senso della vita e appartenenza.” – dichiara Claudia Manzi, Ordinaria di Psicologia sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile scientifico del progetto – “Ma sono ancora tanti gli stereotipi di genere che tengono lontane le donne da questa professione. Occorre lavorare per una comunicazione più efficace perché avvicinare le professioniste alla consulenza finanziaria vuol dire anche facilitare le donne clienti a entrare in contatto con il mondo degli investimenti finanziari”.

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