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9/6/2022 | Daniele Riosa
Un secondo trimestre da profondo rosso per l’industria del risparmio gestito italiano. La raccolta netta, infatti, è pari a meno 4,17 miliardi di euro, in netto calo rispetto ai +10,9 miliardi, registrati nei primi tre mesi del 2022.
Come comunica Assogestioni, la raccolta netta trimestrale, pari a -4,17 miliardi di euro, è stata rivista lievemente al rialzo rispetto ai -4,42 miliardi di euro delle stime preliminari. Il dato relativo ai primi sei mesi del 2022 resta positivo per più 6,75 miliardi. Il patrimonio gestito dell’industria si attesta a fine giugno a 2.257 miliardi di euro. In un periodo segnato ancora dalle incertezze geopolitiche e dalle turbolenze dei mercati finanziari, l’effetto mercato ha comportato una variazione di circa -7% del patrimonio. Limitato l’impatto dell’effetto raccolta, come confermano le sottoscrizioni dei fondi aperti, che mostrano un saldo sostanzialmente invariato, con flussi netti pari a -851 milioni di euro nel trimestre per un patrimonio gestito complessivo di 1.095 miliardi di euro.
Il dettaglio trimestrale di questa categoria macro conferma la dicotomia tra il continuo appetito per i prodotti azionari (+6,4 miliardi) e bilanciati (+1,7 miliardi) da un lato e la disaffezione dai fondi obbligazionari (-9,8 miliardi) dall’altro. Contenute le uscite dai fondi flessibili (-780 milioni). Confermato il saldo negativo delle gestioni di portafoglio che nei tre mesi a fine giugno hanno registrato una raccolta netta di -4,9 miliardi, per un patrimonio gestito di 1.081 miliardi.
Nessuna variazione sostanziale per i Piani Individuali di Risparmio: tra aprile e giugno i fondi PIR ordinari hanno rilevato deflussi per 195 milioni, mentre i PIR alternativi afflussi netti positivi pari a 152 mln, per un saldo complessivo di -43 miliardi nel periodo. Il patrimonio complessivo, censito sulla base di 65 PIR ordinari e 13 alternativi, risulta pari a 18,9 miliardi.
A livello di singole società, tra le prime venti, sul primo gradino del podio per raccolta netta nel secondo semestre, troviamo Poste Italiane con circa di 1,3 miliardi di euro, il gruppo Mediolanum con oltre un miliardo e Arca con 734 milioni. Al quarto posto ecco Deutsche Bank con quasi 617 milioni.
Tra le società che hanno chiuso il trimestre in negativo, si segnalano il gruppo Intesa Sanpaolo a meno 4,67 miliardi (Eurizon segna un -5,6 miliardi, mentre Fideuram chiude con un più 937 milioni), Generali con -3,9 miliardi (Il gruppo “precisa che il risultato di raccolta registrato dal Generali è dovuto principalmente a flussi infragruppo tra le controllate e la capogruppo ed al pagamento del dividendo da parte di Assicurazioni Generali SpA) e UBS AM a meno 660, 5 milioni di euro.
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