Assogestioni punta il dito contro il regime di doppia tassazione che rende sfavorevole per le imprese l’utilizzo di fondi comuni italiani ed esteri come strumento per investire in via indiretta in azioni. Fabio Galli (nella foto), direttore generale di Assogestioni, ricorda che "i fondi sono lo strumento ideale per investire nella piccola e media impresa poiché possono raccogliere risorse da una collettività di altre imprese investitrici, quali ad esempio le imprese di assicurazione, le banche, o le holding. Proprio i fondi consentono di diversificare l'investimento, controllarne il rischio e gestire l'illiquidità dei titoli azionari delle PMI. Eppure il legislatore continua a penalizzarli".

Per le imprese, tuttavia, è più conveniente optare per un investimento diretto in titoli azionari attraverso investment company: in questi casi, infatti, si evita il regime di tassazione penalizzante che colpisce gli utili delle azioni comprese nell’attivo di OICR italiani ed esteri, qualora i partecipanti siano imprese residenti fiscalmente in Italia. "Gli utili delle azioni comprese nell'attivo dei fondi comuni - spiega Arianna Immacolato, direttore settore fiscale di Assogestioni - sono sempre soggetti a imposta due volte: una prima volta come utili d'impresa, a carico della società che li ha prodotti, e che ha come azionista l'OICR, assoggettata a imposta sulla società italiana o estera; una seconda volta come proventi derivanti dalla partecipazione all'OICR a carico delle imprese partecipanti all'OICR medesimo tramite l'applicazione dell'IRES o dell'IRPEF". 

In merito, Assogestioni propone l'inserimento nel decreto recante "Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti" di una norma che preveda il concorso alla formazione del reddito d'impresa nella misura del 49,72 per cento o del 5 per cento dei proventi derivanti dalla partecipazione ad OICR il cui attivo sia investito in misura prevalente in azioni.