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Congresso Anasf: la questione Statuto scalda gli animi

5/14/2011 | Marcella Persola

La Commissione di Studio sullo Statuto è una delle più animate. Secondo alcuni in questa Commissioni si discute del futuro dell'Associazione e...


 Come volevasi dimostrare c'è fermento nel IX Congresso Nazionale Anasf. Durante la giornata odierna (sabato 14 maggio) proseguono i lavori delle Commissioni di Studio che nel pomeriggio alle 16 porteranno in seduta plenaria le mozioni studiate nelle Commissioni. E grande attenzione è rivolta alla mozione che sarà presentata dalla Commissione Statuto. Secondo fonti vicine alla Commissione il dibattito è abbastanza acceso e la mozione di modifica non sarà approvata dalla Commissione che quindi chiederà oggi ai delegati presenti nella seduta plenaria di votarla (si veda anche l'articolo Congresso Anasf, è scontro tra i delegati).

Ma vediamo nello specifico quali sono le due posizioni. Da una parte i componenti espressione della lista 2-3 i quali stanno esprimendo la volontà di rinnovare lo Statuto per rendere la governance più efficiente e moderna; dall'altra la corrente opposta, che trova terreno più fertile nei delegati dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) della lista 1 e 4, che evidenziano i rischi di una minore pluralità di partecipazione alla gestione dell'associazione. Nel dettaglio si sta discutendo se approva una modifica che consenta al presidente eletto dal Consiglio Nazionale di scegliere il comitato esecutivo, tra coloro che sono espressione delle migliori competenze in atto. In questo modo il presidente potrebbe anche scegliere che a sedere nel comitato esecutivo sia iscritti all'associazione ma non è detto che siano delegati. Successivamente sarà poi il Consiglio Nazionale ad approvare o meno il comitato esecutivo.

Per alcuni questo sistema eviterebbe i numerosi filtri che a volte inceppano il lavoro dell'associazione, rendendo più fluida la gestione e soprattutto la possibilità di giungere in breve tempo a delle soluzioni, per altri potrebbe essere rischiosa perché verrebbe meno la ricchezza del mondo associativo, dato dalla diversità di idee e dalla volontà di non trovare la soluzione in tempi rapidi, ma la soluzione più adatta che risponda a quei bisogni. Inoltre il malumore di alcuni è dato dal fatto che se approvata, e se la mozione sarà presentata in seduta plenaria è quasi certo che sarà approvata, questa modifica cambierebbe il ruolo del presidente, fin da subito, senza che si è avuta la possibilità di discuterne in campagna elettorale, non essendo in nessuno dei programmi, e dovrebbe riguardare il prossimo Congresso non quello attuale.

Altri evidenziano che non è corretto a ogni Congresso cambiare la Carta Costituzionale, ossia lo Statuto, ricordando come già nel 2006 fosse stata fatta una modifica che poi non ha portato i frutti sperati. E' il caso dell'introduzione della Consulta dei coordinatori regionali, che aveva lo scopo di essere l'intercapedine tra il consiglio nazionale e i comitati regionali. La Consulta doveva, nell'obiettivo della sua istituzione, partecipare due volte l'anno al consiglio nazionale partecipando attivamente alla discussione dei temi caldi dell'associazione e del territorio. Ma in questi quattro anni sembra che non abbia stata in grado di elaborare nulla di concreto. E per alcuni c'è il rischio che con altre modifiche si segua quell'esempio.  

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