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12/18/2012 | Massimo Morici
Meno fisso e più provvigioni nelle retribuzioni dei giovani consulenti (ex-promotori). E' quanto propone Anasf nella risposta al questionario MiFID dell’Esma sulle politiche e pratiche retributive degli intermediari finanziari. L’associazione guidata da Maurizio Bufi (nella foto) spiega che le imprese, come suggerito dall’authority europea, nelle politiche retributive dovrebbero tener conto di "fattori quali il ruolo svolto dalle persone rilevanti, il tipo di prodotti offerti, nonché dei metodi di distribuzione".
In particolare nel determinare l'equilibrio e il rapporto tra le due componenti retributive, secondo Anasf in linea generale la componente fissa dovrebbe prevalere sulla componente variabile. Ma con un'eccezione: Bufi, infatti, propone come best practice aziendale la prevalenza della componente variabile delle retribuzioni rispetto alla componente fissa aumentata con incentivi supplementari solo “solo per i neofiti”, ossia “quelli che hanno lavorato per meno di 3 anni”.
La retribuzione dei nuovi soggetti, spiega Anasf nel questionario, dovrebbe essere costituita principalmente da una componente variabile che si stabilizzerà con il passare del tempo tramite le commissioni di gestione, che in genere sono dovute all’aumento o alla riallocazione delle masse gestite. Una politica, quest'ultima, che secondo Anasf favorirebbe l'ingresso dei più giovani nelle reti. L'associazione, che rappresenta 12.000 professionisti in Italia, a proposito riporta i dati statistici che, negli ultimi anni, hanno mostrato il graduale processo di "invecchiamento" dei consulenti (ex-promotori) italiani "a causa della difficoltà per i giovani di rimanere sul mercato": il 78% di quelli attivi ha più di 40 anni.
Per quanto riguarda i top ed area manager, secondo l'Esma dovrebbero essere responsabili per l'attuazione delle politiche e pratiche retributive, anche per prevenire e affrontare eventuali rischi che tali politiche possono creare. Una proposta condivisa da Anasf secondo cui questi soggetti "dovrebbero essere coinvolti nella progettazione delle politiche e delle pratiche retributive, o almeno essere consultati”.
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