Niente più doppia iscrizione e doppio albo per i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Nel giro di una settimana prima il Senato poi la Camera votando il Decreto Crescita hanno accolto l'emendamento che ha cancellato la “mostruosità” varata dal Consiglio dei Ministri a metà dello scorso settembre. Quella contro la doppia iscrizione è stata una vittoria dell'Anasf, dell'Organismo per la Tenuta dell'Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) (APF) e anche di ADVISOR che per primo lanciò un appello ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) raccogliendo centinaia di firme le firme ad una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Monti. Sconfitta, invece, la Banca d'Italia che aveva fatto pressing al riguardo sul Ministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli.

 

L'Anasf guidata da Maurizio Bufi manifestò immediatamente una decisa contrarietà al provvedimento, definendolo un “asuirgfo giuridico” e avviando poi una mobilitazione dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) via web.  “La nuova misura normativa - attaccò poi Giovanna Giurgola Trazza, presidente dell'APF - non appare razionale e non ha nessuna ragione di fondo comprensibile”.

 

Anche il Parlamento ha fatto poi la sua parte in questa battaglia, grazie alla particolare sensibilità dimostrata sul tema da alcuni senatori rigorosamente bipartisan, da. Rosario Giorgio Costa (PdL) a Maria Leddi (Pd), fino a Maria Ilda Germontani (PdL) eElio Lannutti (Idv). Sono stati questo quattro “moschettieri” prima a rivolgere un'interrogazione al ministero di Via XX Settembre sul tema e poi a condurre in porto l'inserimento dell'emendamento che ha eliminato l'obbligo della inutile e onerosa doppia iscrizione.