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Consulenti (ex-promotori), Anasf alle reti: “è ora di investire”

9/3/2012 | Andrea Giacobino

La necessità di reperire nuovi clienti, i rischi reputazionali della professione, il rapporto con i regolatori e la politica. E poi il tema del ricambio generazionale così come quello della formazione. Sono i temi sollevati da una lettera aperta ad ADVISOR scritta da Maurizio Bufi, presidente dell'Anasf.


 

La necessità di reperire nuovi clienti, i rischi reputazionali della professione, il rapporto con i regolatori e la politica. E poi il tema del ricambio generazionale così come quello della formazione. Sono i temi sollevati da una lettera aperta ad ADVISOR scritta da Maurizio Bufi, presidente dell'Anasf, che mette al centro il tema della crescita del settore della promozione finanziaria. Il testo completo della lettera è disponibile da oggi su advisorprofessional.it

 

“Gentile direttore - esordisce la lettera del presidente Anasf - ho letto con grande interesse il suo editoriale "PF, l'arrocco non basta" su ADVISOR di agosto scorso, condividendone alcuni passaggi, e nel contempo - sollecitato dalle sue riflessioni - ho fatto alcune considerazioni, che ora le sottopongo, nella speranza che sul tema dello sviluppo della nostra professione si apra un proficuo dibattito all'interno del settore”.

 

“Mi preme sottolineare, ancora una volta - continua Bufi in un altro passaggio della lettera - che l'obiettivo della crescita del settore è un problema da affrontare con una logica di sistema, nel quale concorrono i comportamenti degli stessi consulenti (ex-promotori) come soggetti attivi del proprio futuro, con una accresciuta responsabilità di ruolo e di iniziativa individuale. E su questo l'Anasf è in prima fila per la funzione aggregante che svolge e per l'impegno dei propri dirigenti. Sono poi le società per conto delle quali i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) operano, che devono convincersi quanto sia importante investire per crescere”.

 

Bufi si chiede anche: “Che futuro può avere una categoria che ha meno del 3% di operatori sotto i trent'anni? Che cosa facciamo per avviare i giovani, possibilmente scolarizzati, all'attività? Che tipo di investimenti e di formazione gli garantiamo? E che tipologia di sostegno economico nella fase di avvio? E quali tutele contrattuali abbiamo sviluppato negli anni? Pur rendendomi conto come operatore che la nostra è un'attività ciclica, non posso immaginare che una professione sia legata, nel bene e nel male, all'andamento dei mercati finanziari, dove negli ultimi dieci anni sono saltati tutti i paradigmi della finanza e dove l'incertezza regna sovrana”. “E non giova alla soluzione del problema - osserva ancora il presidente Anasf in un altro passaggio - sfruttare la crisi delle banche sotto il profilo degli esuberi di personale, immaginando che da quel bacino si possano trasferire nel nostro settore chissà quante migliaia di unità. Per fare la nostra attività ci vuole passione, competenza ed intraprendenza che non sono sempre riscontrabili in un contesto lavorativo dipendente”.

 

LEGGI SU ADVISORPROFESSIONAL IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DI MAURIZIO BUFI, PRESIDENTE ANASF

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