Banca Carige riduce la perdita nel 2014 a 561 milioni di euro dal rosso di oltre 1,7 miliardi di euro registrato l’anno precedente, una cifra tre volte superiore. Sul risultato del 2014 hanno pesato, come nella maggior parte delle principali banche italiane passate sotto la vigilanza europea, “componenti non ricorrenti” e “ulteriori accantonamenti” imposti dalla Bce. Il margine di interesse cala del 17,9% a 352 milioni dai 430 milioni del 2013, mentre le commissioni nette passano a 245 milioni dello scorso anno (-5,7%) dai 260 milioni nel 2013, anche se il risultato netto della gestione finanziaria migliora, grazie a minori rettifiche di valore, a 45 milioni dai -285 milioni dell'anno.

La raccolta diretta si attesta a 26,4 miliardi (+6,8% annuo), la componente core (conti correnti e depositi), nonostante il contesto sfavorevole, cresce del 5,5% (a 14,6 miliardi), mentre la riapertura dei programmi di emissioni obbligazionarie destinate alla clientela ha permesso di collocare ad oggi oltre 450 milioni, contribuendo al positivo andamento del funding. La raccolta indiretta cresce dello 0,9% a 20,9 miliardi grazie alla positiva performance del risparmio gestito a 10,2 miliardi (+8,9%).

In particolare, la raccolta netta dei fondi comuni è pari a 0,7 miliardi e i prodotti bancario-assicurativi ammontano a 4,5 miliardi dai 4,3 miliardi nel 2013 (+4,9%). I crediti di Carige classificati come incagli e sofferenze sono cresciuti nell'ultimo trimestre 2014 raggiungendo un ammontare complessivo lordo di 6,1 miliardi. Quanto al piano industriale, la banca genovese ricorda 600 esodi incentivati e la razionalizzazione della rete delle filiali con 36 chiusure nel 2014 sulle 80/90 previste e la prossima chiusura di altre 20 filiali e la definizione della nuova struttura organizzativa della direzione centrale e il completamento del management team.