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Eurovita, c'è l'accordo: le grandi banche faranno da garanti

6/27/2023 | Redazione Advisor

Il piano prevede la suddivisione della compagnia in cinque rami d'azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai big assicurativi chiamati al tavolo


Il rebus Eurovita sembra essere stato risolto (leggi qui le news relative). Come scrive Il Sole 24 Ore, sarebbe stato definito l'accordo per il salvataggio degli asset attualmente in portafoglio al gruppo assicurativo. Lo schema dell'operazione prevede che la newco da poco costituita dai cinque big assicurativi (Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz) rilevi per una cifra simbolica la compagnia e proceda poi, in un secondo tempo, a spacchettare il business in parti uguali. Le polizze, con ogni probabilità, verranno congelate da Ivass ancora per qualche settimana in modo tale da permettere il buon esito dell'operazione.

Il tassello che ha permesso di sbloccare la situazione è il consenso prestato dalle grandi banche a fare da "garanti" alle piccole banche distributrici. Il piano prevede infatti la suddivisione di Eurovita in cinque rami d'azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai big assicurativi chiamati al tavolo. In questo modo scomparirebbe la compagnia e il brand mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali oppure con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, ovviamente con tutte le garanzie che ciò comporta. In altre parole, il comparto si fa carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all'integrazione del ramo d'azienda, compreso l'assorbimento del personale ad esso correlato. Tutto ciò mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni. Quanto agli istituti coinvolti, a loro è stato di fatto chiesto di farsi "garanti" dei clienti ai quali hanno collocato i prodotti della compagnia.

Come? Nel momento in cui il cliente dovesse decidere di chiedere il riscatto della polizza gli istituti dovrebbero subentrare nel contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell'eventuale rendimento e rimborso del capitale. Ed è proprio sulle modalità di questo passaggio che si è giocato nelle ultime settimane l'esito dell'accordo definito a valle dell'impegno dei grandi istituti di credito a prende parte al salvataggio coprendo di fatto le spalle agli istituti che hanno distribuito ai propri clienti le polizze Eurovita. 

Restava evidentemente sul tavolo un tema di tempistica. Far confluire sotto insegne diverse il portafoglio da circa i miliardo di euro di polizze attualmente in capo a Eurovita, anche per banali questioni di pratiche amministrative, richiedeva tempi non rapidi. E il 30 giugno, come è noto, è previsto il termine per il blocco dei riscatti imposto dall'Ivass.

Soluzione adottata per evitare una fuoriuscita incontrollata dei capitali che avrebbe potuto mettere a repentaglio l'azienda e soprattutto il destino di alcuni premi. Nel solco dello schema a cinque appena delineato, l'obiettivo era proprio quello di arrivare per fine giugno con un accordo vincolante sottoscritto tra tutti i soggetti seduti attorno al tavolo. E a questo si sarebbe dunque giunti nelle ultime ore.

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