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Eurovita: Credem, Fideuram e Fineco “garanti” dei clienti

4/6/2023 | Redazione Advisor

Nel momento in cui il cliente dovesse decidere di passare all'incasso e dunque di chiedere alle assicurazioni il riscatto della polizza, le banche dovrebbero subentrare nella titolarità del contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell'eventuale rendimento e rimborso del capitale


Eurovita suddivisa tra i cinque big del panorama assicurativo italiano, ossia Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz. Come scrive Il Sole 24 Ore, la proposta sarebbe quella di dividere Eurovita in cinque rami d'azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai cinque big assicurativi. In questo modo scomparirebbero la compagnia e il brand mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali piuttosto che con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, con tutte le garanzie che questo comporta. Il comparto dunque si farebbe carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all'integrazione del ramo d'azienda, come la gestione del personale e la successiva migrazione. Il tutto mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni. Dunque una cifra superiore a quanto ipotizzato nel vecchio progetto.

La ragione? Se è vero che l'aumento di capitale di 300 milioni riporterebbe la Solvency di Eurovita (ora calcolata attorno all'85%) vicino al 150% è altrettanto certo che quella soglia è comunque distante da quella che è la media di settore in Italia che, nonostante la recente dinamica dei tassi, si attesta, come sottolineato da SeP nel suo recente report, attorno al 200%. Per di più, resterebbe in vita e dunque operativa una compagnia la cui immagine è inficiata dai recenti accadimenti e in molti si chiedono quali possibilità avrebbe di potersi nuovamente accreditare sul mercato. Basterebbe un cambio di nome?

II ruolo delle banche

Se questo disegno appare di facile declinazione, si legge sempre su il quotidiano di Confindustria, per quel che riguarda il pacchetto di unit linked (che valgono 6 miliardi di riserve) e la loro spartizione, per le gestioni separate (9 miliardi di asset sosttostanti) potrebbe essere indispensabile qualche riflessione aggiuntiva. Ed è a questo punto che dovrebbero entrare in campo le banche distributrici, ossia Fineco, Sparkasse, Credem e Fideuram. Il settore assicurativo di fatto punterebbe a chiedere alle banche di farsi "garanti" dei clienti ai quali hanno collocato il prodotto Eurovita.

In che termini? Nel momento in cui il cliente dovesse decidere di passare all'incasso e dunque di chiedere il riscatto della polizza le banche dovrebbero subentrare nella titolarità del contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell'eventuale rendimento e rimborso del capitale. L'opzione va indubbiamente studiata sul piano tecnico ma potrebbe trovare facile applicazione una volta recepito il benestare degli istituti coinvolti. Questo sarebbe dunque il nuovo schema al quale i big assicurativi, chiamati a fare uno sforzo per il bene del sistema finanziario italiano, avrebbero messo nero su bianco con il benestare del Mef.

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