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5/11/2018
Unipol chiude il primo trimestre con profitti in crescita del 3,8% a 163 milioni di euro da 157 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Il risultato netto consolidato, comprensivo della plusvalenza da cessione di Popolare Vita (309 milioni), è di 472 milioni. La raccolta diretta assicurativa, al netto di Popolare Vita, è di 3,2 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi nel ramo danni (-1,9%) e +1,2 maliardi nel ramo vita (+26,8%).
Nel settore bancario, la raccolta diretta di Unipol Banca si attesta a 11,1 miliardi di euro, in lieve calo dal dato di fine 2017 (12 miliardi). Gli impieghi verso clientela, al netto delle svalutazioni, ammontano a circa 7 miliardi di euro, contro i 7,9 miliardi di fine 2017, "a fronte del trasferimento dal comparto bancario del portafoglio di sofferenze da Unipol Banca a UnipolReC e a minori crediti verso veicoli a seguito del rimborso di notes di cartolarizzazione" si legge in una nota. Lo stock di credito deteriorato netto, post scissione, risulta pari a 494 milioni di euro, con coverage sulle sofferenze pari al 77% e sugli “unlikely to pay” pari al 45%.
L'amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha confermaro la posizione del gruppo rispetto alla partecipazione in Bper, di cui è il primo azionista con il 9,9% del capitale. "Su Unipol Banca andiamo avanti col nostro percorso per renderla se possibile più profittevole e siamo sulla strada giusta" ha detto Cimbri. Quanto alla possibile fusione di Unipol Banca con altri istituti, Cimbri ha detto di "valutare tutte le operazioni per dare un futuro prospettico al nostro investimento e non certo per risolvere problemi di altri". "Non ci serve cash. In seguito a un'aggregazione siamo disponibili a restare come investitori stabili, lo siamo già in un altro gruppo bancario (Bper, ndr) e lo saremmo anche nel caso di un'alleanza per carta" ha concluso Cimbri.
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