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2/23/2024 | Daniele Barzaghi
I profitti lordi dei sette maggiori gruppi bancari italiani sono quasi raddoppiati lo scorso anno - il dato è emerso a più riprese - grazie al contributo impetuoso dei tassi di interesse, le marginalità sull'offerta e il buco nell'acqua della fallimentare tassa sugli extra-profitti (in Spagna è andata diversamente).
Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm, Bper, Mps, Credem e Pop.Sondrio hanno infatti superato insieme i 30 miliardi di euro di ricavi, ma quanto pagheranno di tasse?
Collettivamente pagheranno allo Stato italiano 6,25 miliardi di euro (il 20% circa), ma il dato non è omogeneo a causa delle attività fiscali differite, in alcuni casi diventano crediti d'imposta.
Nello specifico, in rapporto ai volumi generati, Credem sarà quella che pagherà di più: 32% di aliquota.
Seguono BancoBpm e Pop.Sondrio con il 30% e Intesa Sanpaolo al 29%.
Pagheranno molto meno UniCredit (17%) e Bper (10%). E la banca emiliana non aveva pagato quasi tasse nel 2022 grazie alla fusione con Carige.
Per Mps addirittura 345 milioni di imposte positive. E ha ancora 2,6 miliardi di euro di attività fiscali differite iscrivibili a bilancio.
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