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9/11/2024 | Daniele Barzaghi
La Federal Reserve ha ridotto di oltre la metà la richiesta di aumento di capitale (di garanzia) per le principali banche statunitensi.
La banca centrale statunitense imporrà un incremento del 9% nei requisiti di capitale, ben inferiore al 19% proposto la scorsa estate.
La forte campagna di lobbying ha avuto pertanto la meglio sui correttivi alle persistenti vulnerabilità del sistema finanziario (e in particolare bancario) americano (si pensi ai fallimenti di Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic nel 2023) avanzati dall'istituto guidato da Jerome Powell (in foto).
La comunicazione voluta dai grandi istituti sosteneva che le nuove regole sul capitale avrebbero limitato i prestiti, danneggiato l'economia e colpito le comunità minoritarie.
Nella nuova proposta inoltre, e non è dato trascurabile, è cambiata anche la soglia per essere considerata “grande banca” sistemica: se un anno fa sembravano coinvolti tutti gli istituti con almeno 100 miliardi di dollari, adesso l'asticella è stata sollevata a 250 miliardi.
Il Financial Services Forum, che rappresenta le otto maggiori banche statunitensi (JPM Chase, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs, Morgan Stanley, BNY Mellon e State Street, ndr), ha dichiarato che esaminerà le revisioni e fornirà un commento nell'ambito del processo di revisione della Fed.
Il pacchetto iniziale di riforme, chiamato Basel III, era stato implementato dopo la crisi finanziaria del 2008, richiedendo a determinate banche di avere un cuscinetto maggiore di capitale per assorbire perdite in caso di stress finanziario. Nel 2017, i regolatori internazionali avevano concordato di rafforzare quel regime per chiudere le lacune rimanenti, ma le banche di Wall Street avevano sostenuto che l'interpretazione della Fed fosse più severa rispetto agli standard globali, soprattutto in merito ai rischi operativi.
Le nuove regole escludono alcune delle maggiori attività non legate ai prestiti, come la gestione patrimoniale, riducendo significativamente il capitale aggiuntivo necessario per soddisfare i nuovi requisiti.
Michael Barr, il principale regolatore della banca centrale statunitense e principale sostenitore dell'innalzamento delle soglie, ha dichiarato che le modifiche rappresentano soltanto un "passo intermedio" e che la FED cercherà ulteriori feedback prima di votare sulla proposta, aggiungendo di aspettarsi "ampio supporto" dai suoi colleghi nel consiglio dei governatori.
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