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Ue: Gandolfi (Pimco), su debito preoccupazioni gia' a luglio

10/31/2011

Sul debito pubblico europeo "c'era di che preoccuparsi gia' a luglio".


Lo ha affermato Alessandro Gandolfi, responsabile per l'Italia di Pimco, il gestore di fondi americano controllato dal gruppo Allianz e guidato da Mohamed El Erian, in una intervista rilasciata a Milano Finanza, aggiungendo che a luglio "molti investitori avevano pesantemente investito sui titoli di Stato italiani. Quando e' scoppiata la turbolenza i volumi scambiati si sono molto ridotti ed era difficile trovare controparti. Era molto alto il rischio di liquidita', e soprattutto non c'era la Bce ad acquistare titoli dei Paesi in difficolta', per cui la situazione poteva davvero andare fuori controllo". Oggi "la situazione e' alquanto diversa, perche' c'e' la Bce come controparte certa nell'acquisto dei titoli dei Paesi periferici. Questo spunta le armi della speculazione. Ma tutti si chiedono finche' puo' durare".

Per i prossimi mesi, conclude Gandolfi, "noi prendiamo decisioni in base a quello che riteniamo possibile. Per esempio all'indomani della crisi post Lehman abbiamo elaborato e venduto una strategia di investimento che punta a investire piu' sulla ripartizione mondiale del pil futuro che del debito, perche' ci rendevamo conto che la stabilita' crescita sarebbe stata il fattore fondamentale di li' in avanti. E quello che stiamo vivendo oggi e' un percorso piuttosto accidentato verso una nuova normalita'. Per decenni i Paesi sviluppati sono cresciuti del 4-5% l'anno. In futuro sara' difficile andare oltre il 2-2,5%, mentre l'area piu' dinamica sul piano del reddito sara' stabilmente quella emergente. Ma il percorso verso questo nuovo assetto non e' privo di ostacoli, perche' la governance dell'economia mondiale e' ancora in mano a classi politiche espressione dei Paesi sviluppati, abituata a ragionare in termini locali e quindi restia a vedere erosa l'influenza delle rispettive economie. Occorre un diverso modo di pensare. Per esempio, se la ricchezza globale cresce e aumenta il numero di ricchi e di consumatori, non e' detto che in termini assoluti la grandezza di una economia si riduca anche se il suo peso relativo diminuisce".

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