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10/31/2011
Alla vigilia del cambio della guardia alla Bce, il New York Times ha dedicato un lungo articolo all'ex governatore di Banca d'Italia in cui viene ricostruita la sua carriera. «Tutti i banchieri centrali devono essere politicamente abili. Nel caso di Draghi il suo tocco abile e, ancora più importante, la sua malleabilità sono leggendari», scrive il quotidiano americano sottolineando che le sue qualifiche per diventare la guida della Banca Centrale erano indiscusse. «È stato presidente di un organismo regolatorio internazionale, ha guidato la Banca d'Italia (rimanendo a distanza dagli scandali della politica italiana), ha fatto soldi lavorando a Goldman Sachs, e tutto senza essere bollato come accademico, regolatore o banchiere d'investimento». Dagli States arriva dunque piena fiducia a Super Mario, in attesa di capire quale direzione darà all'istituto di Francoforte. E soprattutto se nei prossimi otto anni la Bce si avvicinerà alle politiche di crescita della Federal Reserve, oppure se resterà arroccata sulle posizioni protezionistiche europee. Già dipinto da L'Economist come il «salvifico pompiere» impegnato a spegnere il grande incendio dell'euro, il Financial Times l'ha spronato a «essere audace» abbandonando la politica monetaria dei falchi per salvare l'Eurozona. Ma Draghi sarà falco o colomba? Nel maggio scorso, quando per esempio Jürgen Stark, l'intransigente membro tedesco del board poi dimissionario, chiese di alzare i tassi d'interesse per sconfiggere la minaccia dell'inflazione, Draghi condivise questa linea ortodossa. Con l'acuirsi della crisi, tuttavia, appoggiò lo strappo alla regola del predecessore Trichet, di acquistare temporaneamente i titoli di Stato dei Paesi a rischio, a patto che l'intervento della Bce non diventasse abitudine. Poi c'è stata la solidarietà agli indignati pacifici del 14 ottobre («I giovani hanno ragione ad arrabbiarsi»). E l'assicurazione che l'Eurotower continuerà, nelle emergenze, a utilizzare «misure non convenzionali per definizione temporanee». Fatta salva la premessa che gli Stati debbano fare, innanzitutto, affidamento su loro stessi per risolvere le cause di fondo della crisi. Il suo programma di governo prevede l'impegno a garantire una governance europea nella quale disciplina di bilancio e solidarietà trovino reciproco supporto. Non va comunque dimenticato che, per ottenere il mandato, Draghi ha ricevuto l'ok della Germania. E ne dovrà rendere conto. Come ha scritto sempre il Financial Times in una recente analisi, l'ex numero uno di via Nazionale potrebbe rivelarsi il «più tedesco dei tedeschi» sul fronte della politica monetaria. Nel frattempo, L'America plaude al nuovo presidente che giovedì terrà il suo primo consiglio direttivo, con la regolare decisione mensile sui tassi d'interesse e la conferenza stampa a seguire, la prima per Draghi nella nuova veste. Lo stesso consiglio di giovedì, come ogni mese, sarà preceduto da una cena con i membri del consiglio mercoledì sera all'Eurotower. Per oggi è invece fissato un comitato esecutivo, il braccio operativo della Bce che prepara i lavori del consiglio e gestisce le attività correnti dell'istituto. La riunione è l'ultima presieduta da Trichet, ma Draghi sarà già nel palazzo per il passaggio del testimone. Il suo mandato inizia con un'agenda fitta di temi difficili: si parla di un taglio dei tassi d'interesse, c'è da decidere sugli acquisti dei titoli di Stato e la riunione di giovedì è la prima dopo il consiglio europeo di mercoledì scorso, quando i leader hanno deciso il rafforzamento del fondo Efsf e l'Italia ha fatto pervenire la sua lettera d'intenti. C'è da decidere sul tema scottante degli acquisti dei titoli di Stato di Italia e Spagna: in proposito – ha detto Trichet al quotidiano francese Le Monde – «Mario ha ripetuto quello che il consiglio ha indicato in precedenza», e cioè che si tratta di una misura temporanea per sua natura, ma che resta a disposizione. E subito dopo la conferenza stampa c'è da prendere al volo l'aereo per il G20 di Cannes.
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