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Banche, la sfida europea

10/28/2011

Le banche italiane, a partire da Unicredit e B.Mps, non ci stanno a pagare il conto della crisi del debito sovrano dei paesi periferici dell'Eurozona


Le banche italiane, a partire da Unicredit e B.Mps, non ci stanno a pagare il conto della crisi del debito sovrano dei paesi periferici dell'Eurozona al posto degli istituti tedeschi e francesi che, pur avendo una forte esposizione sui bond della Grecia, sono usciti dallo stress test dell'European banking authority (Eba) con deficit patrimoniali limitati e in alcuni casi addirittura nulli.

Lo si legge in un articolo di MF, il quale specifica inoltre che sia la banca di Piazza Cordusio, che secondo i calcoli dell'Eba al 30 giugno scorso, avrebbe una carenza di capitale di 7,37 mld, sia quella di Rocca Salimbeni, 3,09 mld, si preparano a negoziare con l'autorita' di vigilanza europea e con la Banca d'Italia per rendere meno pesante il risultato dello stress test. E su questo punto avrebbero il sostegno anche del vertice di Intesa Sanpaolo. Nonostante l'Eba ritenga che Ca' de Sass, pur a fronte di un adeguamento a mark to market dei titoli di Stato italiano, non necessiti di ulteriore capitale, essendo uscita dallo stress test con un Core Tier 1 al 30 giugno del 9,2% (dunque superiore al 9% richiesto), ai piani alti della banca milanese continuano a considerare eccessivamente punitivo per le banche italiane il metodo di calcolo utilizzato dai regolatori europei.

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