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10/25/2011
Pechino ha gonfiato l'offerta di prestiti come possibile antidoto alla crisi, ma la misura si sta rivelando sempre meno efficace ai fini della crescita e Fitch teme che una crisi dell'immobiliare possa avere effetti devastanti
Charlene Chu. senior analyst di Fitch, si legge su MF, segue le banche cinesi. La sua analisi inizia dal programma di stimolo di Pechino in risposta alla crisi finanziaria del 2008. Questo keynesismo in rosso ha comportato un aumento dei prestiti bancari, che ha finanziato un boom di immobili e infrastrutture. Poiche' la Cina non e' affondata nella recessione nonostante le difficolta' dei principali mercati di sbocco, cio' e' visto come un successo.
Piano, dice Chu. "In molti Paesi, quando il contesto economico si fa difficile, le banche tendono a ritirare il credito. Qui si fa esattamente il contrario. Alcuni ritengono che la politica di credito anticiclica sia positiva. Ma lo e' solo nella misura in cui le autorita' sono disposte a intervenire e a coprire le perdite dovute alla maggiore esposizione a un contesto in peggioramento".
Lo stimolo si e' risolto in un'ondata di credito impossibile da arginare. "Si pensa che sia durata solo sei mesi", afferma Chu. "Invece e' andata avanti per due anni". Fitch stima che i finanziamenti nel 2011 raggiungeranno 18 mila mld di yuan (2.800 mld usd), il 37% del Pil. I prestiti sono aumentati di un importo pari al 42% del Pil sia nel 2009 che nel 2010. Facendo le debite proporzioni "e' come avere 6 mila mld di usd di nuovo credito in un anno negli Stati Uniti. "In tale contesto la crescita cinese non appare piu' cosi' stellare".
Intanto cresce la tensione anche nelle transazioni regolari. Nel 2006 uno yuan di credito aggiuntivo produceva 0,76 yuan di maggiore pil. Nel 2007 e nel 2008 il contribto era gia' calato a 0,70 yuan. Ma a inizio 2009, con il boom del credito, uno yuan di stimolo creava un misero 0,18 yuan di crescita del Pil. Da allora la situazione e' migliorata, ma per il 2011 si prevede che uno yuan di credito crei solo 0,42 yuan di pil. Cio' evidenzia che l'espansione del credito e' stata in gran parte sprecata in investimenti non produttivi. In un recente rapporto, Chu sottolinea che simili tassi di crescita sono state osservati altrove prima di episodi di stress finanziario. Si comincia a pensare che la Cina sia sull'orlo del collasso finanziario
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