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10/21/2011
Lo si legge su MF che spiega che l'indicazione dell'apprezzato economista napoletano Ignazio Visco suona come una sconfitta per Umberto Bossi e la Lega, che hanno tentato fino all'ultimo di spingere verso la poltrona lasciata vuota da Mario Draghi l'incolpevole meneghino di nascita Vittorio Grilli, riuscendo a estorcere persino a un signore romano doc come Fabrizio Saccomanni una lontana militanza lombarda ai tempi della Bocconi.
Che la scelta di Visco potesse essere quella piu' saggia, per rassicurare chi spingeva per garantire l'autonomia della banca centrale nominando un membro del Direttorio e chi invece propugnava la scelta di un governatore esterno, da Grilli a Lorenzo Bini Smaghi, era sembrato chiaro fin dalla fine dell'estate, ma la decisione e' arrivata sul filo di lana, quando nel tritacarne dell'impasse del premier Silvio Berlusconi cui spettava l'indicazione, ci sono finiti un po' tutti, da Giuliano Amato ad Anna Maria Tarantola, l'altra vice dg, per finire proprio con Saccomanni, il direttore generale che in tanti ora danno in uscita da Via Nazionale
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