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1/15/2024 | Daniele Barzaghi
La richiesta di credito in Italia è calata nell’ultimo anno del -2,4%, come segnalato su Il Sole 24 Ore da Banca Ifis (che ha ufficializzato la variazione tendenziale a metà 2023).
Le motivazioni sono essenzialmente due: il forte rialzo dei tassi di interessi, che ha scoraggiato la domanda, e il differenziale dopo il picco di richieste successivo alla pandemia, per far ripartire l’economia.
Interessante appare lo spaccato per aree geografiche, con un +0,3% del Sud (dovuto alla richiesta delle famiglie), un -1,5% del Nord e, soprattutto, un -4,7% di domande di prestito nel Centro Italia.
Sono 14 le circoscrizioni italiane con dato negativo: la Val d’Aosta (3 miliardi di stock, in riduzione del -8,5%), il Lazio (401 miliardi; -6%), il Friuli-Venezia Giulia (31 miliardi; -5,7%), la provincia di Trento (19 miliardi; -5,1%), il Veneto (137 miliardi; -3,8%), le Marche (32 miliardi; -3,6%), la Liguria (31 miliardi; -3,5%), l’Umbria (18 miliardi; -3,4%), il Piemonte (110 miliardi; -2,4%), la Toscana (96 miliardi; 1,7%), l’Abruzzo (21 miliardi; -1%), la Lombardia (427 miliardi; -0,7%), la Sicilia (58 miliardi; -0,2%) e l’Emilia-Romagna (138 miliardi; -0,1%).
Stabile invece la Calabria (con uno stock di prestiti d 19 miliardi di euro), mentre la gran parte del Sud è in crescita: la Basilicata (6 miliardi; +0,3%), la Sardegna (26 miliardi; +0,4%), la Puglia (55 miliardi; +0,4%, trainata dal +2,5% delle imprese), la Campania (77 miliardi; +1,1%, anche qui legato al +2,1% delle attività produttive) e il Molise (3 miliardi; +1,4%). Spicca su tutte la provincia di Bolzano con una richiesta di finanziamenti per 26 miliardi di euro e una variazione annuale del +1,9%.
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