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1/10/2024 | Marcella Persola
Nonostante le economie abbiano retto ci sono degli squilibri determinati dal Covid che stanno facendo sentire i propri effetti, tra i quali inflazione, rallentamento della crescita economica in primis, lo scenario globale desta ancora qualche preoccupazione. Questo è uno degli spunti che è emerso dell'Italy Annual Press Conference di S&P Global Ratings.
Per gli esperti dell’agenzia di rating il rialzo dei tassi di interesse ha segnato un nuovo corso, un nuovo paradigma con il quale ci si dovrà confrontare.
Per Barbara Castellano managing director Global Analytics bisogna prestare molta attenzione ai rischi di ri-finanziamento e ai tassi di ri-finanziamento che interesseranno soprattutto il corporate con rating più bassi. “Si consideri che ci sono 1,2 trilioni di dollari di debito corporate” e molti di questi andranno ri-finanziati. Per questo è lecito attendersi un aumento dei default. Secondo l’esperta in USA nella quale si è già assistito a un aumento dei default già nel 2023 le attese sono di una crescita dal 4,1 al 5%. Mentre in Europa l’aumento sarà non esagerato con una crescita dal 3,1 al 3,75%.
Guardando all’Europa Sylvain Broyer, managing director EMEA chief economist, ha evidenziato come i principali fattori di crescita per l’Eurozona saranno dati dall’aumento del reddito reale che beneficia della resilienza del mercato del lavoro che continua a crescere e secondariamente anche la solidità dei bilanci del settore privato che ha permesso all'economia europea di resistere all'aumento dei tassi di interesse. Per l’esperto dell’agenzia di rating il 2024 rappresenta un anno di trasformazione per l’Italia, visto che la ripresa del reddito reale è in ritardo rispetto agli altri paesi dell’Eurozona e il recupero della disinflazione sarà utile non solo quest’anno ma anche oltre e il mercato del lavoro sta migliorando strutturalmente ma il divario di produttività si è ridotto appena.
Sul settore corporate italiano è intervenuto Renato Panichi, senior director corporate, evidenziando come le aspettative dell’agenzia siano di stabilità nonostante le diverse sfide per lo scenario macro. In particolare circa i quattro quinti delle imprese italiane hanno una prospettiva stabile, il che indica una tenuta del credito in vista dell'attuale debolezza dell'economia. Questo dato è invariato rispetto al 2022 e leggermente migliore rispetto ai Paesi europei. Inoltre il deterioramento della qualità del credito dal 2022 è più contenuto rispetto ad altri paesi europei, in particolare la Germania. Guardando ai ricavi le previsioni sono di una crescita dei ricavi delle aziende italiane nel periodo 2023-2024 ampiamente allineata ai Paesi europei di pari livello. Il rapporto tra debito ed EBITDA delle imprese italiane sta progressivamente migliorando dopo il picco della pandemia, grazie a una migliore redditività. Per S&P Global Ratings ci si può attendere un modesto aumento dell'indebitamento netto totale nel 2023-2024, soprattutto a causa dei nuovi investimenti, in linea con il resto d'Europa. Sul fronte degli investimenti Panichi sottolinea come nel 2024 ci si aspetta un rallentamento degli investimenti che comunque saranno spinti dai megatrend come la digitalizzazione e la transizione energetica.
Infine Mirko Sanna, lead analyst financial institutions si è concentrato sul mondo bancario sottolineando come la view sulle banche italiane sia migliorata considerando la minore esposizione di quest’ultime al rischio di credito (dovuta ai cambiamenti strutturali che ci sono stati), così come i ridotti stock di crediti deteriorati. Per questo secondo Sanna il settore si mostra più equipaggiato rispetto al passato per affrontare degli scenari avversi.
S&P Global Ratings si dice più prudente rispetto alle guidelines delle banche anche perché ci sarà un aumento del deterioramento del credito ma molto graduale visto che ci sono ancora 200 miliardi di prestiti garantiti dallo Stato.
Il margine di interesse dovrebbe raggiungere il suo picco nel primo trimestre del 2024, dopo l’aumento del 2023 per poi iniziare a ridursi il prossimo anno. Sulla profittabilità ha influito positivamente, secondo l’esperto dell’agenzia di rating, anche la razionalizzazione delle filiali, oltre ad altre politiche di efficientamento che ha portato la media del livello di efficienza delle banche italiane sugli stessi livelli delle best practice europee. Anche se le differenze tra le banche diventeranno sempre più significative nel 2024 quando diventeranno più evidenti i punti di forza e debolezza anche nell’affrontare le sfide che il settore pone come quella della digitalizzazione e del cambiamenti dei consumatori. Sfide che chiederanno anche accorpamenti e consolidamento per l’industria bancaria.
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