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Bernabè, ne rimarranno solo 3

10/6/2011

Il futuro del mondo Tlc italiano nelle parole di Franco Bernabè


«In Italia non c'è più posto per quattro operatori di telefonia mobile: non sono io a dirlo, ma la durissima asta sulle frequenze 4G che si è appena conclusa, una specie di arena nella quale gli operatori hanno combattuto. E infatti Tre Italia è rimasta a secco degli 800 Mhz, la banda più pregiata sulla quale noi, Vodafone e Wind eravamo obbligati a mettere le mani. Ma andiamoci piano, razionalizzazione del mercato non significa che Telecom sia intenzionata a comprarsi Tre». In questa intervista al Sole 24 Ore Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia, fa il punto sul mercato delle telecomunicazioni.
L'asta delle frequenze si è chiusa con un conto salatissimo per le società di telecomunicazioni: quasi 4 miliardi di euro, mentre sul fronte del Governo si è trattato di un successo.

Qual è il suo bilancio?
 

Per la banda a 800 Mhz la gara ha segnato un costo pari a 0,81 euro per Mhz, un valore più elevato del record raggiunto dall'asta tedesca, che aveva toccato quota 0,72 euro. Ma la cosa più preoccupante è che abbiamo pagato fior di quattrini per un asset che forse avremo tra 18 mesi. E dico forse perché sono tutte da chiarire le modalità del trasloco al digitale delle tv locali. Su questa partita ci aspettiamo molti contenziosi e quella che sarebbe potuta essere una straordinaria occasione di sviluppo per il Paese rischia di andare perduta.
 

Perché?


Se le frequenze fossero state disponibili subito, anche tenuto conto del loro prezzo, gli operatori avrebbero avviato con prontezza gli investimenti dando impulso alla domanda e al rilancio dell'economia. Invece abbiamo pagato per qualcosa che non c'è, in un quadro di grande incertezza. Il rischio è l'immobilismo.


Questo esborso porterà Telecom a stringere i cordoni della borsa in altri settori?


È chiaro che si pone un problema di compatibilità con gli altri investimenti. Bisogna tenere conto che alla fine l'Lte, tra i quasi 4 miliardi delle frequenze e i 6 miliardi d'implementazione della rete, costerà a tutti gli operatori qualcosa come dieci miliardi di euro per i prossimi cinque anni. Il punto sarà accelerare il più possibile il processo e mettere a reddito gli investimenti.


Sarete costretti a un aumento di capitale, nell'ordine di 5 miliardi, come chiesto ieri dai piccoli azionisti di Asati?
 

Non serve nessun aumento di capitale. Gli investimenti saranno spalmati su cinque anni e Telecom ha le risorse per far fronte al costo delle frequenze (oltre 1,2 miliardi, ndr) e agli investimenti necessari per sviluppare la rete.
 

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