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Finmeccanica, addio a Confindustria?

10/5/2011

L'uscita della Fiat da Confindustria sara' pure sopportabile, ma sta provocando una piccola slavina.


L'uscita della Fiat da Confindustria sara' pure sopportabile, ma sta provocando una piccola slavina. E tra i prossimi possibili candidati ad abbandonare Viale dell'Astronomia e il "partitino di Emma", come lo ha ribattezzato Sergio Marchionne, spunta addirittura Finmeccanica.

Secondo alcune voci raccolte da MF-Milano Finanza, nelle ultime settimane si sarebbe fatto consistente il pressing politico sul ministero dell'Economia per far ritirare dall'organizzazione industriale le principali spa pubbliche, a cominciare dal colosso guidato da Giuseppe Orsi e Pier Francesco Guarguaglini, che per la verita' un primo passo fuori dall'associazione lo ha gia' fatto a Genova, con Ansaldo Sts che ha sbattuto la porta della confederazione locale. E altre aziende parastatali potrebbero aggiungersi, se davvero la mossa del Lingotto fosse interpretata come un "no" netto alla discesa nell'agone politico da parte dell'associazione, che per decenni ha avuto un marchio molto piemontese sotto l'egida degli Agnelli. La conferma indiretta arriva proprio dalla Lega, che mantiene molto saldi i rapporti con Giulio Tremonti. Sara' la confusione e l'aria di elezioni, fatto sta che il Carroccio ha mandato al superministro un messaggio che non puo' essere equivocato. "Lo scontro in punta di fioretto tra Emma Marcegaglia e Sergio Marchionne non e' limitato, come si potrebbe pensare guardando solo alle richieste che Fiat ritiene di aver visto respinte in materia di contratti e rappresentanze sindacali. Esso va oltre. Se e' vero che Marchionne lamenta che Confindustria ha ceduto all'industria della politica piuttosto che alla politica industriale, ora ci aspettiamo che il ministero dell'Economia chieda alle aziende di Stato di prendere atto di questa situazione e di uscire dalla Confederazione". Ô quanto hanno affermato in una nota i parlamentari della Lega Nord Paolo Franco e Maurizio Fugatti. . Due seconde file che di solito pero' non parlano a vanvera e che forse hanno fiutato l'aria che si respirerebbe a Viale dell'Astronomia se Eni, Enel, Poste, Ferrovie e Finmeccanica, seguissero la casa di Torino in prossimita' delle consultazioni elettorali. Nulla di drammatico, per carita', perche' alla fine le spa di Stato in Confindustria pagano molto (24 milioni di euro l'anno) e contano poco rispetto a un moloch di oltre 146 mila aziende. Ma sarebbe pur sempre un preoccupante segnale di dissociazione. Lo stesso arrivato ieri dalle Cartiere Paolo Pigna, azienda leader in Italia nel settore cartotecnico, che uscira' da Confindustria.

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