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BpM, oggi il CdA

9/27/2011

Avvocati, sindacati e vertici della Banca Popolare di Milano sono al lavoro sulla bozza di governance che approdera' oggi in CdA.


Ieri la trattativa e' andata avanti sino a notte fonda e questa mattina potrebbe riprendere per gli ultimi dettagli.

Una bozza che, come si legge in un articolo di MF, ieri sera non aveva ancora visto la luce e che molti consiglieri potranno leggere nella sua versione definitiva soltanto in cda. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, pero', un accordo di massima sarebbe stato raggiunto e ruoterebbe intorno all'intervento di Andrea Bonomi. L'imprenditore milanese, patron del fondo di private equity Investindustrial, sarebbe disposto a rilevare il 10% della banca nell'ambito dell'aumento di capitale. In cambio Bonomi assumerebbe la presidenza della banca affidando all'attuale direttore generale Enzo Chiesa il ruolo di amministratore delegato. Questo impianto generale avrebbe gia' ottenuto il placet dei principali sindacati interni e di Mediobanca, capofila del consorzio di garanzia dell'aumento di capitale (atteso intorno ai 900 milioni). Resta da capire come sara' articolata la governance duale e quale sara' la reazione di Bankitalia. Di certo, sembra sfumata l'ipotesi di un coinvolgimento di Matteo Arpe, duramente osteggiato dai dipendenti-soci della banca. Per mettere a punto questi dettagli ieri il presidente Massimo Ponzellini e Chiesa si sono recati in bankitalia per incontrare il vicedirettore generale Anna Maria Tarantola. Nelle stesse ore i cinque consiglieri espressione delle minoranze hanno incontrato il responsabile della Vigilanza Stefano Mieli. La richiesta di Bankitalia e' chiara: separare nettamente proprieta' e stakeholder (a partire dai rappresentanti dei lavoratori) dalla gestione. La scorsa settimana pero' il cda di Bpm ha avanzato piu' di una perplessita' su questa richiesta e sulla prima bozza presentata da Ponzellini. Preoccupa soprattutto l'influenza del nuovo consiglio di gestione, che di fatto esautorerebbe i soci e trasformerebbe il consiglio di sorveglianza in un grande collegio sindacale.

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